Isola del Liri, Binet sul Liri: il feltrificio nato in un castello

2022-04-22 20:37:49 By : Ms. Nature Xu

La storia di una famiglia che si interseca con quella di un'azienda e di un castello. È la storia della Binet sul Liri Spa e della famiglia Viscogliosi, un cui avo da parte materna dell'attuale proprietario, Charles Lambert, ha dato vita ad una delle più antiche aziende al mondo per la produzione di feltri per cartiere.

Un po'di storia Correva l'anno 1809 quando con telai di legno mossi a mano dalle donne, è nata ad Isola del Liri, una delle prime industrie tessili che sfruttando la capacità di infeltrimento della lana, iniziò a produrre i primi feltri per cartiere, in un'epoca in cui la capacità produttiva di carta da parte di una cartiera per carta a mano, ammontava a un quintale al giorno con circa quaranta operai, con un conseguente altissimo costo della stessa. Il mondo delle cartiere si è poi evoluto intorno al 1820 con l'installazione, proprio ad Isola del Liri, della prima macchina continua italiana che consentiva una produzione di dieci volte maggiore con la stessa mano d'opera.

Giunti all'inizio del 900, con la scoperta dell'energia elettrica, l'industria si trasforma enormemente nei materiali e nella tecnologia e anche le cartiere si evolvono in dimensioni, prestazioni e produttività. Oggi una moderna cartiera può produrre a velocità fino a 2.000 metri al minuto e produrre migliaia di tonnellate di carta al giorno.

Ovviamente i feltrifici hanno dovuto accompagnare l'evoluzione delle macchine da carta rivoluzionando completamente il vecchio concetto di feltro che è passato dalla lana alla fibra sintetica e da opera d'arte artigianale a prodotto industriale di alta ingegneria. Nel 1920 il nonno paterno dell'attuale proprietario, Angelo Viscogliosi, dopo aver conseguito a Zurigo la laurea in Ingegneria Meccanica e Idraulica, è rientrato a Isola del Liri dove ha acquistato il vecchio castello ducale ormai diroccato, quello stesso castello che affaccia sulla cascata verticale, in pieno centro della città.

Dopo averlo restaurato per propria abitazione, ha ripristinato il lanificio ex Lambert situato nelle immediate adiacenze del castello realizzandovi una fabbrica di feltri, a servizio della propria e delle tante cartiere presenti all'epoca nella zona.

Oggi in Italia si contano ancora tre feltrifici, di cui due sono proprio ad Isola del Liri ed un terzo con sedi in provincia di Bergamo e Brescia. Nel resto d'Europa i feltrifici sono una decina, forse venti nel resto del mondo, a dimostrazione della rarità e della preziosità di un tale tipo di azienda, essenziale e strategica per la produzione della carta.

Nel periodo post bellico, nel 1948, Angelo Viscogliosi, considerato ormai imprenditore di grande successo, insieme ad altri imprenditori locali ha fondato l'Unione degli industriali di Frosinone, di cui è stato primo presidente fino al giorno della sua morte, nell'aprile 1958. Altro suo grande merito è stato quello di essere riuscito a realizzare una centrale idroelettrica in caverna, una delle prime del mondo, perché scavata nella roccia che si trova sotto il salto della cascata, il tutto preservando totalmente l'aspetto paesaggistico e conferendo alla propria cartiera uno straordinario vantaggio competitivo rispetto alle altre cartiere concorrenti.

Gli anni recenti L'antico Lanificio Lambert, poi divenuto Lanificio Angelo Viscogliosi, poi ancora Feltrificio sul Liri, prende la denominazione di Binet sul Liri nel 1987 divenendo partner sul mercato italiano della francese Binet Feutres S.A. Fin dall'inizio lo scopo aziendale è stato quello di produrre la migliore qualità possibile di vestizioni per le macchine da carta.

In questi anni l'azienda ha continuato a rifornire i più prestigiosi clienti italiani con la più evoluta ed esclusiva progettazione e la migliore qualità di feltri umidi e tele essiccatrici in commercio. L'evoluzione continua delle vendite a un tasso medio del 15% annuo, pur su un mercato soprassaturo, è una conferma della qualità e del gradimento dei prodotti.

Ma qual è il segreto di questo successo? «Binet sul Liri gode di un particolare rapporto di collaborazione con alcuni importanti feltrifici per lo scambio di tecnologia e di prodotti, al fine di rendere completa e aggiornata la propria gamma produttiva – spiega il presidente ing. Marco Viscogliosi – Durante la crisi legata alla pandemia negli ultimi due anni abbiamo continuato sempre a lavorare ricalibrandoci e cercando di ridurre i costi. In questo modo possiamo dire di essere riusciti a non risentire troppo della crisi stessa. Per quanto riguarda invece l'attuale carenza delle materie prime abbiamo cercato fornitori alternativi, affinché non ne rimanessimo mai sprovvisti».

Le prospettive Per quanto riguarda il futuro, l'azienda sta mettendo a punto un nuovo software per sviluppare, prima nel mondo, l'e-commerce e vendere così i propri feltri disponibili on-line in tutti paesi più lontani. Già adesso numerosi sono i Paesi nei quali si esporta, come la Russia, Bielorussia, Ucraina, Polonia, Egitto, Tunisia, Iran, Bangladesh, Argentina, Brasile, ecc.

Grazie a questo nuovo software i clienti remoti potranno configurare i feltri di cui avranno bisogno inserendo semplicemente alcuni dati inerenti la propria macchina da carta, potendo ricevere in tempo reale la proposta tecnica e commerciale che con un click può essere trasformata in ordine, con tanto di prezzo e termini di consegna.

«Tale software sostituisce in sintesi la parte del commerciale e del progettista del feltro, digitalizzando tali due fasi che sono le più difficili da reperire sul mercato e quindi anche le più costose, inoltre il programma prevederà anche una chat tecnica grazie alla quale si può rispondere ad ogni tipo di domanda da parte del cliente, così da accompagnarlo consapevolmente ed in modo rassicurante nella sua commessa.

Così questo relativamente piccolo feltrificio, che impiega oggi circa quaranta persone, nato nell'era dell'industria 1.0 e passato per tutte le successive rivoluzioni industriali 2.0 dell'inizio del Novecento e 3.0 degli anni 90, si caratterizza per essere ancora all'avanguardia tecnologica dell'industria 4.0 dell'era digitale del secondo millennio».

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