Tragedia del Mottarone, lunedì i periti incontrano il nuovo Gip - La Stampa

2022-03-04 08:58:09 By : Mr. Sam Liu

La voce de La Stampa

L’esito delle analisi è atteso per fine giugno

La tragedia della funivia del Mottarone il 23 maggio 2021

Lunedì i periti, che entro fine giugno dovranno depositare le relazioni sulle cause del disastro della funivia del Mottarone, si ritrovano a Verbania. In mattinata l’incontro con il gip Annalisa Palomba, subentrata a Elena Ceriotti, il giudice per le indagini preliminari che li aveva nominati a luglio e che nel frattempo è andata in pensione.

Nel pomeriggio con una riunione allargata alle parti - consulenti tecnici dei 14 indagati, dei familiari delle vittime e della Procura - faranno nuovamente il punto sull’attività svolta e su quella ancora da effettuare. Verranno anche presentate nuove risultanze sugli accertamenti della parte elettronica e informatica dell’impianto, a partire dal dispositivo digitale che registrava i movimenti della cabina 3, quella precipitata il 23 maggio.

Intanto a Trento, al Latif (laboratorio della Provincia di Trento specializzato in test sugli impianti a fune) lunedì scorso è stato smontato l’involucro di una delle due teste fuse della cabina 4, quella che viaggiava simmetrica alla 3, arrivata intatta alla stazione intermedia dell’Alpino. Il cavo traente collegato al carrello di questa vettura, sotto uno strato regolare di ingrassatura, appare integro. Qui la testa fusa - il cilindro che salda la fune al carrello - era stata rifatta di recente dall’azienda ossolana Scf Monterosa.

Quella da cui si è spezzata la fune ha invece altre sembianze. La capsula che la conteneva è stata aperta sul tavolo del laboratorio del dipartimento di ingegneria industriale dell’università di Trento il 25 gennaio. Nei giorni seguenti è stata ripulita dai residui di grasso che ancora la ricoprivano. Tutte le sostanze che ha rilasciato sono state raccolte per analizzarle. Quello che si è visto a occhio nudo - ma non è sufficiente agli esperti per tirare conclusioni - sono moltissimi dei 114 fili interni rotti, deteriorati e arrugginiti.

Ora dovranno essere sottoposti a un fondamentale passaggio: la frattografia, la verifica al microscopio elettronico per cercare di capire se si sono spezzati per strappo, sforzo o erosione. Per procedere in questo senso dovranno essere «sciolti» dall’amalgama metallica in cui sono stati fusi. Analisi chimiche serviranno anche per escludere che la ruggine riscontrata sui fili nella capsula si sia formata dopo l’incidente, nei cinque mesi e mezzo in cui la testa fusa è rimasta infilzata in un tronco sulla scarpata di bosco al Mottarone.

Con l’intervento di un potente elicottero dei vigili del fuoco il relitto della cabina era stato rimosso l’8 novembre e il giorno successivo, in un capannone della Provincia al Tecnoparco, la testa fusa era stata liberata dal legno. Dopo le riunioni di lunedì, martedì i periti del gip torneranno al Mottarone, alla stazione di arrivo, per un altro sopralluogo. Probabile possa essere alle pulegge che tiravano il cavo spezzato.

La rottura della fune è stata una concausa della morte dei passeggeri. Lo schianto si sarebbe evitato se non fosse stato manomesso il sistema frenante della cabina. I carabinieri all’indomani della tragedia avevano notato sul tetto della carcassa i forchettoni rossi, ganasce che bloccano i freni. Un riscontro che aveva portato nell’immediato all’iscrizione nel registro degli indagati del titolare della concessione Luigi Nerini, del direttore di esercizio Enrico Perocchio e del capo servizio Gabriele Tadini, l’unico che finora si è assunto le responsabilità ed è stato sottoposto a misure cautelari: sei mesi ai domiciliari.