GIOVAPIÙGIOVA ci spiega come essere "Animali Notturni" | Collater.al

2022-07-01 18:52:34 By : Mr. Michael Liu

E uscito “Animali Notturni”, il primo studio album di GIOVAPIÙGIOVA per Harsh Times Records e Island Records. Per chi conosceva già il progetto, questo lavoro è solo un’ulteriore conferma della qualità artistica di Giova. Ci ha presentato un lavoro discografico vario, scuro e interessante grazie alle produzioni di Grindalf, perfettamente cucite sull’immaginario dell’artista. L’intero concept dell’album ruota intorno alla dimensione notturna dell’essere umano, con uno spiccato riferimento all’istinto e a quelle emozioni primordiali che di notte prendono il sopravvento, rendendo l’ascolto un’esperienza onirica e colorata. Per l’occasione gli abbiamo fatto qualche domanda.

Ciao Giova, iniziamo subito con una domanda di routine. Come stai per questa release? Raccontaci cosa ti sta passando per la testa in questi giorni.

Sono giorni intensi ma molto felici, si avvicina il momento in cui vedi il risultato del lavoro di mesi concretizzarsi e diventare reale. Un po’ come covare un uovo fino al giorno della schiusa, abbiamo protetto l’uovo, lo abbiamo difeso dai predatori, tenuto più al caldo possibile e a breve sarà il suo momento di uscire dal guscio.

“Animali Notturni” sin dal primo ascolto è un album estremamente vario, ma con un fil rouge elettronico grazie alle produzioni di Grindalf. Raccontaci come vi siete incontrati e come avete iniziato la vostra collaborazione.

Io e Luca ci siamo conosciuti tra il 2015 e il 2016 a Roma, fu una delle prime persone che incontrai lì. Ci è voluto poco a capire che c’era una bella affinità, è stato tutto molto naturale. Sia io che Grindalf amiamo ascoltare tantissime cose diverse tra loro. Credo che la chiave della varietà sonora presente nel disco sia riconducibile a una continua ricerca, come due bambini che scoprono il mondo, toccando e a volte rompendo, ma sempre divertendosi.

Questo tipo di sonorità risultano ancora poco presenti in Italia. Quali pensi siano i generi che ti hanno formato maggiormente quando parliamo di musica?

Ultimamente ho riaperto delle vecchie scatole con cd e cassette che ascoltavano i miei quando ero piccolo e ho tirato fuori qualche perla che mi ha rimandato indietro nel tempo. Credo che parte del contenuto di queste scatole sia stata fondamentale per quanto riguarda la mia formazione: da Paolo Conte a Little Ann, dal gospel dei The Jubalaires a Paolo Fresu.

Scenario: “GIOVAPIÙGIOVA tra 5 anni”. Se dovessi pensarci per qualche minuto, dove ti vedresti?

Chissà, non voglio precludermi niente.

Ovviamente immagino ci saranno dei live show ad accompagnare la release di quest’album. Come ti relazioni con gli spettacoli dal vivo? Descrivi un po’ come vivi quella dimensione.

L’obbiettivo è sempre dare tutto, mi piace, è adrenalina prima, durante e dopo gli show. La prima volta a teatro ricordo che ero piccolo e rimasi molto colpito dalla magia e dall’emozione di sentire l’orchestra. Un unico suono che fuoriesce dal golfo mistico per investire la platea.

Immaginate di ascoltare uno spettacolo di musica tra anfiteatri e templi greci, con il profumo del Mediterraneo che sala l’aria calda. Non serve una macchina del tempo che arrivi fino agli spettacoli dei grandi drammaturghi greci per vivere questa esperienza, ma basta aspettare l’inizio di FestiValle, il festival internazionale di musica e arti digitali della Valle dei Templi di Agrigento. Dal 4 al 7 agosto andrà in scena la sesta edizione del festival di musica jazz, contaminata da influenze lontane, proprio come la storia del territorio che ospita l’evento. Tutti gli appuntamenti di FestiValle saranno organizzati in differenti location, per permettere al pubblico di vivere l’esperienza in modo unico e ideale. Il festival è infatti prima di tutto un’esperienza sensoriale che coinvolge non solo la musica ma anche i rumori della natura, i profumi e l’atmosfera della Sicilia.

La componente turistica dell’evento è uno dei cardini per gli organizzatori, che attraverso la partecipazione di ospiti internazionali valorizzano un territorio unico e quello che è il più grande parco archeologico al mondo. Tra i luoghi simbolo di FestiValle c’è il Giardino della Kolymbethra con vista sul Tempio dei Dioscuri, ma anche il Tempio di Giunone o la spiaggia di San Leone che ospiterà l’afterparty, sarà invece possibile aspettare l’alba al Tempio della Concordia. Tra gli ospiti internazionali ci saranno i Karate, Rita Payes & Elisabeth Roma, Dele Sosimi Afrobeat Orchestra, Mauskovic, Toquinho e i live attesi dei Nu Genea e di Kamaal Williams, alla sua unica data italiana.

Milano è pronta ad ospitare uno degli appuntamenti musicali più attesi della stagione di concerti estivi. All’Ippodromo di San Siro salirà sul palco Kendrick Lamar, a distanza di poche settimane dall’uscita del suo ultimo album Mr. Morale & the Big Steppers. Per prepararsi al live, a distanza di due anni dall’uscita negli Stati Uniti, è stata pubblicata anche in Italia “The Butterfly Effect”, la prima biografia dell’artista di Compton. Pubblicato dalla casa editrice Il Castello, il libro è stato curato dal giornalista Marcus J. Moore, il quale è riuscito a raccontare uno dei rapper più influenti della nostra epoca, vincitore di un Premio Pulitzer e nominato dal Time tra le 100 persone più influenti al mondo.

In “The Butterfly Effect” si ripercorrono i primi trent’anni dell’artista, dagli esordi sotto lo pseudonimo di K-Dot passando per i successi discografici come DAMN. e To Pimp a Butterfly. Moore racconta l’incontro con Dr.Dre e il rapporto con temi centrali dei testi di Kendrick Lamar come la famiglia, la vita di strada e il razzismo. 300 pagine per analizzare dettagliatamente la figura di un’icona musicale, influente e capace come pochi altri di rappresentare la voce di un’intero popolo e portare nell’industria musicale battaglie sociali e le radici della black music.

Il 10 giugno è uscito “4EVER YOUNG”, il nuovo singolo di Hal Quartièr per Sony Music Italy e Columbia Records. Con uno spiccato riferimento alla super ballad anni ’80 “Forever Young” degli Alphaville, Hal Quartièr prende la rincorsa e con un impeto di energia e un animo rock vuole ricordare gli ascoltatori di rimanere giovani per sempre, strizzando un po’ l’occhio alla filosofia di vita di Peter Pan. Essendo un progetto appunto giovane e con tante influenze musicali diverse che spaziano dal rap al pop, Collater.al ha deciso di intervistarlo per scoprire cosa  sta frullando nella sua testa in questo periodo di release.

Ciao Alfredo, come stai? Prendi questa risposta come uno spazio tutto tuo, per sfogare ragionamenti e pensieri viscerali senza filtri.

Ciao! Sto bene, sono molto contento che sia uscito il mio singolo “4ever Young”. Sono in un periodo dove mi sento tranquillo, dove le cose che sto facendo hanno finalmente un senso per me e per la mia famiglia. Ho l’approvazione delle persone a cui voglio bene. Mi voglio godere questo momento come se fosse l’ultima cosa che farò, perché è un punto importante per la mia carriera musicale.

Nonostante tu sia giovane, “4EVER YOUNG” all’ascolto risulta come un pezzo maturo e ben orchestrato. Come hai avuto l’idea di scrivere un pezzo con questo concept? C’è stato un momento preciso in cui lo hai realizzato o è stato un processo più lungo che ti ha portato su questa strada?

Ovviamente io ero piccolo quando ho sentito il brano degli Alphaville. Nonostante ciò ho sposato subito quello che da ascoltatore volevano farmi arrivare. Essendo un brano che ha segnato la mia gioventù, è stato un messaggio che io volevo dare agli ascoltatori in chiave 2022, è un mio modo di vivere, un mood che io spero condividano tutti. L’ho scritto durante la pandemia, nel periodo in cui la gente era giustamente presa dalla paura di tutto quello che stava accadendo. Se in quel periodo avessi potuto parlare con ogni singola persona, avrei detto a tutti di non bruciare la vita in nessun modo. Dopo aver perso alcuni anni della mia vita, mi sono reso conto che la cosa più importante che una persona ha è il tempo. Spero che chi ascolterà il pezzo riesca a rivedersi nel mio pensiero.

Hai pubblicato su YouTube il tuo primo mixtape a soli 14 anni, quando hai capito che questo era quello che volevi fare nella vita?

In realtà, quando ero ancora più piccolo di quel mixtape: avevo due anni e cantavo davanti alla televisione, poi ne avevo tre e continuavo a cantare davanti alla televisione, poi ne avevo sei e cantavo nei posti dove andavo in vacanza, nei bar di quartiere, durante le feste di compleanno. Continuavo a cantare le canzoni di Vasco, Baglioni, Renato Zero. Le persone che mi volevano bene l’hanno capito prima di me, soprattutto mia madre e mio fratello hanno capito che io volevo fare questo fin da subito. Non ero concentrato a fare nient’altro, solo la musica.

Che tipo di impatto ha avuto una città fatta di luci e ombre come Napoli sulla tua vita da artista?

Napoli mi ha dato sicuramente una lingua in più, che io amo, e un determinato modo di vedere le cose. Soprattutto i quartieri, la vita vissuta sul serio nei quartieri, mi ha dato quella carnalità e quel mondo veramente urban che oggi mi permette di poter dire delle cose, di raccontare delle storie e di poter capire che cosa per me è giusto e che cosa sbagliato, perché l’ho vissuto in prima persona.

Cosa vedi nel futuro di Hal Quartièr? Raccontaci un po’ le svariate direzioni che prenderà il progetto.

Per il momento sono super concentrato e contento per l’uscita di “4ever Young”. Mi voglio godere questo momento perché è da tanto che non pubblico qualcosa. Per me è una nuova e importante partenza. Per adesso, dato che ho tanti progetti in cantiere, voglio godermi questo attimo e sentirmelo addosso per un po’. Continuerò comunque a scrivere e fare musica.

Tra i tanti prodotti IKEA impronunciabili e raccontati da quel personaggio sempre sorridente presente nei libretti di istruzione, quello che più di tutti potremmo definire come il simbolo della catena di negozi svedese è la borsa FRAKTA. La borsa blu in questi anni è stata utilizzata per molte rivisitazioni e progetti di design. Balenciaga l’ha praticamente copiata (si traduce con “ha preso ispirazione”) nel 2017 e venduta per 1700€, mentre Virgil Abloh l’ha resa il pezzo simbolo della collaborazione proprio tra Off-White e IKEA. Gli ultimi artisti a reinterpretare la FRAKTA sono gli Swedish House Mafia, trio di producer svedesi composto da Axwell, Steve Angello e Sebastian Ingrosso, che insieme al designer di IKEA Friso Wiersma hanno pensato anche a una serie di mobili, che verrà presentata in occasione della prossima Milano Design Week.

Seguendo lo spirito di IKEA, per questo progetto il trio non poteva che pensare a un modo per facilitare la quotidianità delle persone, in particolare dei musicisti, che devono trasportare particolari attrezzature, spesso ingombranti. Nasce così una borsa per accessori, nella quale mettere cavi e fili che altrimenti rischierebbero di attorciagliarsi; una borsa a tracolla per il laptop che vi servirà per il vostro dj set e infine una borsa quadrata per contenere i dischi in vinile. La rivisitazione total black e con cerniera della borsa per i vinili è il pezzo forte di questa collezione, che conserva la semplicità dei prodotti IKEA e il fascino della praticità. Se al prossimo festival estivi dovreste presentarvi con quella, magari con dentro la discografia in vinile dei Joy Division sarà difficile nascondere di essere dei radical chic di lunga data, ma l’effetto estetico è assicurato. Come direbbero gli Swedish House Mafia, “Don’t You Worry Child“.

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