Elena e la fuga dalla città per riprendere in mano la sua vita

2022-03-04 08:56:23 By : Mr. Ian Sun

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I motivi che spingono una persona a cambiare vita possono essere i più disparati. Il fil rouge però è l’insoddisfazione verso il presente e la voglia di fare qualcosa per avvicinarsi alla felicità. Abbiamo conosciuto una donna, Elena, che in città si sentiva in trappola e che ha voluto trasformare la sua apnea in un trasloco: un mese fa ha lasciato Genova per vivere in natura, alla ricerca di un nuovo equilibrio. E la sua vita è cambiata.

Genova - “Se il mondo ti frantuma ti puoi salvare soltanto rifugiandoti nella natura come nel grembo di una madre“. Fabrizio De André

Cercare nuove alternative di vita, lasciare la città per sottrarsi ai suoi ritmi alienanti. Quante storie di cambiamento iniziano proprio da questo slancio? Il forte desiderio di pace e di una nuova quotidianità dà il via anche alla storia di Elena e della sua famiglia. Fino a un mese fa vivevano a Genova, nel caotico quartiere di San Fruttuoso, «anche se dentro di me la molla era già scattata tre anni fa, ho dovuto attendere che anche nel cuore di mio marito l’idea arrivasse a maturazione», racconta sorridendo la protagonista di questa storia.

La situazione sanitaria e le misure sempre più stringenti li hanno spinti verso un radicale cambiamento di vita. Dopo tre mesi di assenza dal lavoro per stato ansioso/depressivo, Elena ha richiesto al supermercato dove era impiegata part-time un congedo non retribuito. Ora, con più tempo a disposizione, le mani di Elena riescono a spaziare dalla carta ai tessuti: oltre alle riparazioni sartoriali, realizza miniature, bijoux, marsupi thailandesi per portare i bambini, fiocchi nascita, bomboniere, segnaposto per cerimonie. E ama il refashion, l’arte di restituire vita ad abiti dimenticati nell’armadio.

Consapevole che ogni cosa accade quando deve accadere, né un attimo prima né un attimo dopo, Elena aveva da tempo iniziato a esplorare quali potessero essere le situazioni più consone per vivere in natura, senza fretta e lasciandosi guidare dal destino. Ed ecco che finalmente trova la casa giusta.

Immaginiamo il nostro giornale come una cassetta degli attrezzi per diventare un vero protagonista del cambiamento. Dentro ci trovi la mappa con i migliaia di progetti virtuosi, gli articoli, le video storie, i nuovi format video e tante progetti che stiamo costruendo insieme alla nostra comunità. 

Per continuare a farlo abbiamo bisogno di te.

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Adesso lei, il marito, le due figlie e il cane vivono a quaranta minuti dal centro di Genova, ma al limitare del bosco di Teriasca, una frazione nell’entroterra di Sori, dove si entra solo a piedi. E ci dimentica del frastuono urbano: ci si ritrova completamente immersi nel verde e nel silenzio. «Qui facciamo passeggiate stupende, la natura ci rigenera ogni giorno».

Senza divise da indossare e cartellini da timbrare, i ritmi di vita di Elena sono molto cambiati

Il cambio vita però, tanto voluto e desiderato da Elena e dal compagno Riccardo, è stato difficile da digerire per la loro figlia maggiore, di sedici anni. «Essendo sprovvista di green pass, non può salire sui mezzi pubblici, quindi deve dipendere da me per tutti i suoi spostamenti da e verso la città», spiega Elena. Ma questa è solo una delle complicazioni del suo quotidiano.

Questi ultimi due anni hanno ha messo in difficoltà tanti adolescenti come Arianna, che a quattordici anni si è trovata da un giorno all’altro a fare i conti con la mancanza di abbracci, di pacche sulla spalla, di sorrisi e di risate a crepapelle uno accanto all’altra.

Lei, come tanti, ha iniziato a convivere con un fantasma freddo e silenzioso: la solitudine. Oltre al lockdown, qualche mese dopo, con l’inizio della scuola superiore, la ragazza si è resa conto di aver scelto un indirizzo che non le “calzava”. Da ottobre si è ritrovata in DAD e non è più entrata in classe fino a maggio, il che ha messo ulteriormente i bastoni tra le ruote alla costruzione di una rete di rapporti umani degni di questo nome.

Per questo, a partire da settembre, Arianna ha deciso di optare per l’istruzione parentale. La figlia più piccola invece frequenta ancora una scuola primaria a Genova, ma probabilmente il prossimo anno si iscriverà in un istituto di Sori per instaurare nuove relazioni con coetanei del territorio.

Senza divise da indossare e cartellini da timbrare, i ritmi di vita di Elena sono molto cambiati. Ora cerca di fare il più possibile a meno del denaro, sta valutando monete alternative e riesce a scambiare le sue competenze con lezioni di yoga, sedute psicologiche e altri servizi.

Riccardo invece lavora in una azienda “piccola e umana”, ma sta valutando il da farsi. «Ora voglio far fruttare i miei talenti affinché mi permettano di guadagnarmi da vivere. Creerò una vetrina sulla mia pagina, Coriandoli di stoffa, e mi darò da fare».

Orgogliosa della sua scelta, Elena non si guarda indietro, i suoi occhi sono proiettati sul futuro: «Per ora, da “seminatrice” quale sono, continuo a sognare, immaginando giorno per giorno la nostra realtà. Mi piacerebbe coltivare un mio orto, dedicarmi alle arnie con le tanto preziose api, lavorare con i derivati del pino, preparare sciroppi e confetture. E chissà, aprire un piccolo ristorante in casa». La sua mente viaggia, ma i suoi piedi sono ben piantati a terra: «D’altronde, – conclude – si può solo andare avanti: l’unica certezza che ho è che le mie figlie vivranno in una realtà davvero libera».