Il futuro del lavoro è sostenibile

2022-07-15 18:36:22 By : Mr. Wenliang Shao

Con il Pnrr si aiuta l'economia delle aree interne - Archivio

In tutta Italia le aree interne, lontane dalle grandi città e dalle arterie di comunicazione e costituite per lo più da piccoli centri, sono sempre più soggette allo spopolamento, alla riduzione dei servizi e all’impoverimento del tessuto economico-produttivo. Con il Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati individuati i settori per rilanciare queste zone depresse: infrastrutture di trasporto (stradali o trasporto urbano); opere e infrastrutture sociali (scolastiche; abitative; beni culturali; sport, spettacolo e tempo libero; sanitarie; di culto; di difesa; direzionali e amministrative; di pubblica sicurezza; cimiteri, arredo urbano, illuminazione pubblica e altre); servizi per la pubblica amministrazione e per la collettività (azioni innovatrici; servizi essenziali per la popolazione rurale; assistenza sociale e altri servizi). Tra gli interventi prioritari: servizi di assistenza domiciliare per gli anziani e relative infrastrutture; infermiere e ostetriche di comunità e relative infrastrutture; rafforzamento dei piccoli ospedali; infrastrutture per l'elisoccorso; rafforzamento dei centri per disabili; centri di consulenza, servizi culturali, servizi sportivi; accoglienza dei migranti e relative infrastrutture. «Le infrastrutture o sono sostenibili sul piano ambientale e sociale o sono inutili. Le grandi strategie derivano dagli obiettivi dello sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 dell’Onu e fatti propri della Commissione europea nel Green Deal, da cui sono poi nate iniziative come il Next Generation Ue», spiega il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini. Fondamentale il ruolo che rivestono la transizione ecologica e la trasformazione digitale. Le risorse ci sono: oltre ai 230 miliardi di euro complessivi del Pnrr e del Piano complementare (di cui al Mims è stata attribuita una quota pari a oltre 61 miliardi) a disposizione ci sono i fondi strutturali europei della programmazione 2021-2027 e il Fondo sviluppo e coesione (Fsc). «Le Regioni devono ripartire circa 80 miliardi dei nuovi fondi strutturali e 50 miliardi del Fsc. Un totale di 130 miliardi per andare oltre il 2026 - aggiunge il ministro -. Questo è il momento di fare il passo successivo. Il secondo tempo della partita è iniziato. La cura del territorio è indispensabile per evitare il collasso dell’ecosistema e del sociosistema. La “scelta chiave” del Mims a supporto delle aree interne è stata quella di investire per migliorare e potenziare la rete viaria secondaria, gestita dalle Province, dalle Città Metropolitane e dalle Regioni. Quindi, d’accordo con le Regioni e gli Enti territoriali abbiamo deciso di mettere 15 miliardi di euro per la manutenzione delle strade secondarie, per interventi volti a rendere resiliente la rete stradale extraurbana e per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti». Inoltre sono stati stanziati 500 milioni di euro per potenziare i servizi e le infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne. L'obiettivo è di fornire servizi sociali ad almeno due milioni di cittadini residenti nelle aree interne, dei quali almeno 900mila nelle regioni meridionali, alle quali è riservata una quota minima del 40% dell'investimento complessivo.

Oltre 40 scuole coinvolte nel progetto "Futurità"

Si è conclusa la seconda edizione di Futurità, il progetto di educazione alla sostenibilità e di cittadinanza digitale che ha coinvolto oltre 40 scuole superiori in tutta Italia. Futurità è il progetto di educazione civica e digitale di Intesa Sanpaolo realizzato in collaborazione con WeSchool, la start up che propone nuove metodologie didattiche digitali al mondo della scuola. L’Agenda 2030 dell’Onu propone, tra gli altri, l’obiettivo di sviluppo dell’educazione alla sostenibilità che non riguarda solo la conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti, città, modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone. Futurità si pone un duplice obiettivo, il primo è quello di facilitare lo sviluppo della cultura della sostenibilità, portando nel mondo dei giovani e della scuola i nuovi modelli economici sostenuti da soggetti e da imprese vicine agli interessi e alla vita quotidiana delle giovani generazioni; il secondo è proporre strumenti di apprendimento per far comprendere agli studenti di terza e quarta superiore i meccanismi sottostanti alle strategie di sviluppo economico sostenibile. La seconda edizione ha raggiunto 130 classi di 42 scuole coinvolgendo oltre 2.350 studenti e 140 docenti. I contenuti del percorso - coerenti all’insegnamento dell’educazione civica – sono proposti con format diversi per il tramite della piattaforma digitale. I diversi temi - trattati in modo semplice, con linguaggi diretti e casi pratici - sono sviluppati in quattro moduli. Il primo modulo - dedicato ai temi dell’Agenda 2030 e alla data economy – propone riflessioni sull’impatto della nostra economia, parlando di sharing mobility, del movimento degli zero waster e dei data center a impatto zero. Il secondo modulo focalizza l’importanza della cittadinanza digitale e affronta le tematiche legate alla sicurezza dei dati e all’utilizzo consapevole dei social network e dei motori di ricerca. Il terzo modulo esplora le professioni del domani nel campo della sostenibilità attraverso video interviste a professionisti come il Risk Manager Ambientale o il Digital Transformation Manager, che spiegano come la sostenibilità abbia concreti risvolti sull’organizzazione delle aziende. L’ultimo modulo propone una challenge in cui gli studenti si cimentano in Una settimana da ceo.

La moda e la sartoria hanno un approccio sempre più sostenibile. Questa tematica, ormai attuale, è il punto di forza di un progetto di Fondazione CR Firenze, che ha aperto le iscrizioni per la nuova edizione autunnale dei corsi che inizieranno il prossimo autunno, offerti a Spazio Nota-Nuova officina toscana artigianato, gestiti da Associazione Oma – Osservatorio dei mestieri d’arte. Sono quattro le proposte:

Fondazione Edoardo Garrone, da tempo impegnata nel rilancio della montagna italiana, ha avviato la ricerca del territorio che ospiterà l’edizione 2023 di Progetto Appennino. Possono candidarsi enti privati e pubblici, costituiti in partenariati guidati da una fondazione (bancaria, d’impresa, di famiglia o di comunità), che rappresentino specifiche aree appenniniche di tutta Italia e vogliano accogliere e sviluppare sul proprio territorio l’originale modello di rilancio e di sviluppo sostenibile degli Appennini promosso da Fondazione Edoardo Garrone. Giunto alla sua terza edizione, Progetto Appennino si basa su una formula che coniuga il sostegno alla nascita di nuove giovani imprese, attraverso l’alta formazione dell’incubatore ReStartApp, con il consolidamento e l’innovazione del tessuto imprenditoriale esistente, grazie ai percorsi di accelerazione - Vitamine in azienda e creazione di reti - Imprese in rete, dedicati alle imprese locali. Strumenti concreti ed efficaci al servizio di strategie di sviluppo locale che vogliano puntare sull’imprenditorialità quale volano di coinvolgimento e valorizzazione di tutte le risorse materiali e immateriali della comunità. La “call per i territori” è disponibile on line sul sito www.fondazionegarrone.it . Per candidarsi c’è tempo fino al 28 ottobre 2022. Tra le candidature pervenute, Fondazione Edoardo Garrone selezionerà almeno due territori, che accederanno alla successiva fase di confronto e di approfondimento, per individuare il partenariato a cui assegnare l’edizione annuale del Progetto. Dal 2014 al 2021, con 11 edizioni delle iniziative di formazione, incubazione e accelerazione dedicate alle imprese montane - sei edizioni di ReStartApp, tre edizioni di ReStartAlp, rispettivamente in diverse località degli Appennini: Grondona (Alessandria), Portico di Romagna (Rimini), San Sepolcro (Arezzo), Fabriano (Ancona) e Ascoli Piceno – Fondazione Edoardo Garrone ha affiancato 140 aspiranti imprenditori under 40, provenienti da 18 regioni, contribuendo concretamente all’avvio di circa 50 imprese.

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