Idrocarburi nei fanghi sparsi sui campi, limiti aumentati di 20 volte

2022-09-16 18:34:04 By : Bery Zhao

Giulia Crepaldi 18 Ottobre 2018 Pianeta Commenti

Fioccano le polemiche per una norma inserita nel Decreto Genova, contenente le misure urgenti per la città colpita dal tragico crollo del viadotto autostradale sul Polcevera. Tra i paragrafi del decreto se ne trova uno che aumenta di 20 volte la quantità di idrocarburi ammessi nei fanghi di depurazione da spargere sui terreni. Come rivelato nei giorni scorsi da Angelo Bonelli, segretario dei Verdi, i valori consentiti per gli idrocarburi con catene di carbonio comprese tra C10 e C40 sono stati alzati da 50 mg/kg a 1.000 mg/kg. Le critiche sono piovute da più parti, sollevando allarmi per i rischi ambientali, le falde acquifere e la sicurezza alimentare.

Il governo ha giustificato la decisione di inserire la norma nel decreto Genova, con l’urgenza di risolvere il problema dei fanghi di depurazione accumulati negli scorsi mesi da una serie di vicissitudini normative e ricorsi al Tar che, secondo l’esecutivo, rischia di provocare una “catastrofe ambientale”, come ha affermato il Ministro Sergio Costa.

A partire dal 2006, un decreto legge ha stabilito un limite massimo alla presenza di questi idrocarburi nei fanghi pari a 50 mg/kg di sostanza secca. Nel 2017, tuttavia, la giunta regionale della Lombardia con una delibera alzava la quantità massima consentita di ben 200 volte (10.000 mg/kg). Una sentenza del Tar, a cui si erano appellati alcuni comuni lombardi, ha però bloccato l’aumento. Nel frattempo, i fanghi hanno continuato ad accumularsi negli impianti di stoccaggio, soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Per evitare che la situazione precipitasse, il nuovo governo ha deciso di alzare i limiti a 1.000 mg/kg, ricalcando uno schema di decreto proposto dal precedente titolare dell’ambiente, ma rimasto nel cassetto con il cambio di esecutivo.

Dopo le – inevitabili – polemiche il Ministro dell’ambiente afferma sul suo profilo Facebook che “La mia intenzione era modificare il testo per renderlo più coerente con le esigenze di tutela della salute, ma i tempi erano stretti ed è stato necessario trovare un accordo all’interno della maggioranza per potere superare l’emergenza. L’alternativa sarebbe stata quella di lasciare un limite imposto dalle sentenze che – allo stato attuale – nessun gestore sarebbe stato in grado di rispettare con il risultato di accumulare pericolosamente i fanghi con la speranza di individuare soluzioni alternative come la discarica o gli inceneritori. Per non parlare del rischio del blocco dei depuratori. – e rassicura – Il Ministero sta già lavorando al nuovo decreto, che avrà senz’altro valori più rigorosi.”

La situazione rimane comunque paradossale. Come fatto notare da più parti, per smaltire i fanghi da depurazione in discarica il limite agli idrocarburi è fissato 500 mg/kg e un terreno industriale deve essere bonificato se queste sostanze superano i 100 mg/kg. E invece, in virtù dell’emergenza, si sceglie di spargere su terreni e campi da coltivare fanghi con livelli di idrocarburi tali che non verrebbero accettati nemmeno in discarica, con tutte le conseguenze ambientali e sulla salute che ne possono derivare.

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Tagambiente fanghi di depurazione idrocarburi ministero dell'ambiente

Le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (Pfas) sono oltre 4.700 composti chimici artificiali ampiamente utilizzati …

Tra nascondere il problema sotto il tappeto o sottoterra, come abbiamo sempre fatto, la prima soluzione è quella di spargerlo per i campi, per diluirlo e dividerlo in tante mini porzioni. Aspettiamo con ansia la seconda e più credibile soluzione.

Peccato che tante mini porzioni col tempo tutte assieme diventano una grossa porzione che inquina. E’ il caso dei reflui zootecnici che in certe aree hanno elevato in nitrati in falda oltre i limiti consentiti

ma perché questi problemi non sono seguiti da gruppi di ricercatori finanziati dallo stato? sono convinto che sarebbero fioccate soluzioni più sostenibili!

Una domanda che giudicherei io stessa stupida se non fossimo in Italia: ma questi fanghi possono essere sparsi anche su terreni destinati a coltivazioni biologiche? come sono considerati: fertilizzanti?

le riporto parte della risposta a Il Salvagente di Roberto Pinton, segretario di AssoBio ed esperto agroalimentare. Ecco la sua risposta:

In agricoltura biologica non sono ammessi i fanghi di depurazione. Gli unici fanghi ammessi in agricoltura biologica sono:

– Fanghi provenienti da zuccherifici (un sottoprodotto della produzione di zucchero di barbabietola); – Fanghi derivanti dalla produzione di sale mediante estrazione per dissoluzione (un sottoprodotto della produzione di sale mediante estrazione per dissoluzione da salamoie naturali presenti in zone montane).

Per risolverlo veramente serve consumare meno!

Signori, in una provincia questo piano era già stato bocciato nel 1994.

Dato che siamo in Europa, gli altri Paesi come si comportano in merito? Metodi di smaltimento alternativi non ce ne sono ?

La realtà continua ad essere quella di sempre: accordare proroghe e variazioni ai limiti previsti pur di togliersi beghe e interessi pressanti, tutto questo sempre a discapito della salute pubblica. Ma questi nostri politici pensano di essere salvati da inquinamento,avvelenamenti del territorio,rifiuti tossici? Arrivano anche a loro e ai loro figli… Comunque bianchi,rossi o verdi, tutti appena arrivano al potere,sono invischiati in intrallazzi e compromessi,neanche il buonsenso li guida più..

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