Frecciargento Sibari-Bolzano, Abate "no alla fermata di Maratea, produce solo disagi" - QuiCosenza.it

2022-05-20 20:12:56 By : Mr. henry huang

«La fermata di Maratea del Frecciargento Sibari-Bolzano oltre a portare un ritardo nell’arrivo a Roma riduce i posti disponibili per la Jonica con inevitabili problemi all’utenza che può contare solo su questo collegamento»

CASSANO ALLO IONIO (CS) – La senatrice Rosa Silvana Abate ha definito “giuste” le osservazioni e le istanze delle associazioni: «le porterò in tutte le sedi competenti sottolineando come la Fascia jonica venga continuamente vessata e maltrattata». Anche quest’anno infatti, con l’entrata in vigore dell’orario estivo, il Frecciargento Sibari-Bolzano via Roma fermerà a Maratea in Basilicata. Una scelta, quella di Trenitalia, che continua a far discutere: «trovo assolutamente controproducente e fuori luogo che nuove fermate vengano convogliate su questo treno che rappresenta l’unico collegamento ad alta velocità tra la Fascia jonica in generale e il resto d’Italia. Già adesso, in alcuni periodi (estivo e festivo) l’utenza della Jonica fatica a trovare posti liberi su questo treno e di certo, con questa nuova fermata, la situazione peggiorerà».

La senatrice ha accolto le istanze e le preoccupazioni delle due associazioni che hanno lanciato l’allarme, quelle della Riviera dei Cedri e del Pollino e il Comitato per la Provincia della Magna Graecia, ritenendole giuste:  «questo vorrei appena aggiungere che la Regione Calabria finanzia (anche se non è più necessario perché la Freccia si finanzia a mercato) in piccola parte l’ultimo tratto e ritengo che non sia corretto ed opportuno penalizzare con ulteriori fermate fuori regione l’utenza calabrese».

«Per tutti questi motivi porterò la mia voce istituzionale in tutte le sedi competenti per il trattamento che, ancora una volta, stanno riservando alla Fascia jonica. Scriverò a Trenitalia ma anche ai vertici della Regione Calabria, in particolar modo all’assessore alla Mobilità Fausto Orsomarso, chiedendo che ci si opponga fortemente a questa decisione. È ormai ora che l’intera Jonica sia tutelata e i collegamenti potenziati, non di certo svenduti al miglior offerente o diventare elemento di scambio e favori politici tra regioni amministrate da partiti dello stesso colore politico. Comprendo la richiesta della fermata a Maratea ma di certo questa dovrebbe essere fatta su altre corse che fra Paola e Salerno non effettuano alcuna sosta intermedia, ecco perché sarebbe più appropriato assegnare alla cittadina lucana, come sottolineato delle due associazioni, ad una delle coppie di treni veloci che viaggiano in orari pressoché simili al Frecciargento Sibari-Bolzano. La Fascia jonica, ancora una volta, viene svenduta dalla politica regionale e nazionale per i propri interessi che nulla hanno a che fare con quelli dei cittadini e dei territori».

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COSENZA – “Il piano industriale presentato dall’Amministratore del Gruppo FS è certamente un piano ambizioso per la Calabria, per le ingenti risorse assegnate e per gli investimenti previsti. Ma purtroppo la realtà nella nostra provincia di Cosenza è ben diversa”. Così scrivono in una nota congiunta Giuseppe Lavia- Segretario Generale UST- CISL Cosenza e Antonio Domanico Segretario Presidio FIT CISL Cosenza.

Da troppo tempo troppi cittadini in troppe aree della provincia vivono le conseguenze della mancanza di una vera e concreta attenzione al sistema ferroviario. Basti pensare ai circa 50 km di tracciato ferroviario che da Rocca Imperiale a Sibari non sono serviti da alcun treno regionale, sebbene le stazioni siano state rimesse a nuovo per cui sarebbero già pronte ad ospitare i tanti turisti che ogni anno scelgono le nostre spiagge. Un caso unico, un primato di cui faremmo volentieri a meno.

Per non parlare dei troppi chilometri treno che proprio durante l’estate vengono soppressi in questa provincia e vengono, viceversa, intensificati altrove, con una coperta corta che penalizza alcuni territori a scapito di altri. Registriamo inoltre la mancata volontà di ripristinare storiche fermate soppresse in località turistiche e rinomate dell’alto Tirreno come San Nicola Arcella, Cirella, Sangineto. Situazione simile si registra nel basso Tirreno cosentino dove la riattivazione di alcune fermate commerciali come Belmonte, Longobardi, Fiumefreddo, Torremezzo e San Lucido Marina, non comporterebbe alcun aggravio pecuniario in termini strutturali, ma bensì sarebbe un incentivo ai turisti a scegliere il treno come mezzo di trasporto.

Alcuni esempi più emblematici rispetto ai limiti dell’offerta ferroviaria – prosegue la nota – Se di domenica si decide di arrivare a Diamante per trascorrere una giornata al mare bisogna tenere in considerazione che il primo treno regionale per Cosenza è alle 22:34. Sulla tratta Sibari-Cosenza nei weekend c’è un treno alle 8:53 per Cosenza, perso quello bisogna aspettare le 16:43, mentre per andare a Sibari il sabato da Cosenza c’è un treno alle 7:42 e il successivo è alle 19:12. Invece durante la settimana per andare a Sibari c’è un treno alle 7:42 e il successivo è alle 14.00.

È inconcepibile che i treni regionali che collegano Paola a Cosenza e viceversa (nonché principale destinazione e partenza della maggior parte degli utenti degli intercity e frecce) non siano costruiti per garantire la coincidenza dei passeggeri degli stessi, migliorando il servizio offerto, incentivando la scelta di spostarsi con il treno e non di muoversi con la propria macchina. In una parola occorre costruire VERE offerte commerciali per gli utenti.

Un nuovo tempo, è questa l’intestazione del Piano Industriale 2002/2031 varato dal gruppo. Per realizzarlo, il nuovo tempo, nella provincia di Cosenza serve una vera mobilità sostenibile che dia risposte alle criticità evidenziate. Ai vertici della Società Calabrese ed al Governatore della Regione Calabria – conclude la Cisl Cosenza – chiediamo di aggiornare il contratto di servizio con il gruppo ascoltando le richieste dei territori.

A dirlo il segretario generale FenealUil Calabria a seguito della distruzione di alcuni mezzi parcheggiati in un capannone ad Albidona

CATANZARO – “L’incendio, di natura presumibilmente dolosa, ai mezzi dell’impresa impegnata nel cantiere per la realizzazione del terzo macrolotto della Statale 106 è un segnale bruttissimo. Oltre all’ingente danno economico patito dall’impresa, questo gesto odioso, vile e criminale rimanda all’opinione pubblica l’immagine di una Calabria che non riesce a cambiare registro, che non riesce a liberarsi dal giogo opprimente di chi, per proprio tornaconto, la vuole tenere schiacciata nel limbo del crimine organizzato”. Lo afferma, in una nota, Maria Elena Senese segretario generale FenealUil Calabria a seguito della distruzione di cinque mezzi di cantiere parcheggiati in un capannone nel comune di Albidona

“Quanto successo ad Albidona – prosegue Senese – ci deve spingere ad una riflessione profonda, ci deve stimolare al massimo impegno sul territorio per costruire un argine di impegno sociale contro chi vuole pregiudicare il completamento di una delle opere infrastrutturali strategiche per lo sviluppo della Calabria. Per la FenealUil Calabria appare necessario convocare il tavolo con la Prefettura di Cosenza e con gli altri Uffici territoriali del Governo dei territori interessati dai lavori per amplificare gli effetti dei Protocollo di legalità”.

Con una lettera all’amministrazione comunale e a Poste Italiane, i cittadini chiedono perchè da oltre un anno non sia stato ancora ripristinato il servizio

SAN PIETRO IN GUARANO (CS) – “Noi cittadini di San Pietro in Guarano ci chiediamo come mai dopo aver fatto spostare gli uffici postali da Via San Francesco in piazza De Cardona ancora non è stato installato l’apposito sportello ATM. È oltre un anno che gli uffici postali sono stati trasferiti perché la via dove erano ubicati in precedenza, effettivamente era pericolosa per gli anziani. Davanti al vecchio ufficio, mentre erano in fila ad aspettare il proprio turno per il pagamento delle pensioni, transitavano auto, ed essendo una strada troppo stretta qualcuno ha anche rischiato di farsi male“.

“Ora però che finalmente gli uffici postali hanno trovato una nuova sede più ampia, provvista anche di una sala d’attesa, più comoda anche per gli anziani del paese, perché non si accelerano i tempi per far si che lo sportello bancomat non venga istallato? Inoltre l’ufficio postale di San Pietro in Guarano è forse l’unico a non utilizzare i numeri per la fila. I tempi sono cambiati – riporta la lettera – e i nostri cari anziani oggi potrebbero pagarsi la pensione direttamente con la carta libretto senza dover attendere ore in fila. Uno sportello ATM postale sarebbe utile a tutta la comunità San Pietrese così da evitare di scendere nei paesi limitrofi o in città”.

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