«All you can wear» a Milano, coda chilometrica al mercatino per fare il pieno di vintage a prezzo fisso. Si replica domenica allo Spazio Novecento- Corriere.it

2022-09-09 18:44:57 By : Mr. zhang kevin

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La prima giornata dell’iniziativa milanese «All you can wear» della cooperativa sociale Di Mano in Mano è stata un successo: dopo cinque ore erano già entrate oltre mille persone. Tanti under 30 e anche teenager accompagnati dai genitori. Domenica la fila si chiuderà alle 14

A un’ora dall’apertura delle porte la fila di gente ricopriva già il marciapiede dell’intero isolato e per tutta la giornata non ha cessato di ricrearsi. Diverse centinaia di persone, composte, attendevano il proprio turno. A cosa si doveva tanta attesa? A un format che ha fatto la fortuna di intere catene alimentari negli ultimi decenni e che trova la sua origine come idea nel lontano 1946. Solo che questa volta al posto del cibo ci sono i vestiti: «Prendi tutto quello che puoi indossare». Non occorre altro che acquistare all’ingresso una borsa di tela sborsando appena 18 euro e riempirla a piacimento con quanti più vestiti, vintage e di stock, ci stanno dentro. La prima giornata dell’iniziativa milanese «All you can wear» della cooperativa sociale Di Mano in Mano è stata un successo: dopo cinque ore erano già entrate oltre mille persone. Domani la replica. Anche se con orario di chiusura anticipato: altrimenti «sarà difficile accontentare tutti per mancanza di merce», spiega Primo Tavella, uno degli organizzatori.

Oggi e domani allo Spazio Novecento (viale Espinasse 99) si tiene la prima edizione di «All you can wear» . L’attesa prima dell’ingresso oggi è stata di un’ora e mezza circa, ma la fila è sempre stata ordinata, tranquilla, la gente divertita. Tanti under 30 e anche teenager accompagnati dai genitori . Le mille borse cucite a mano preparate per essere riempite sono andata esaurite in cinque ore, tanto che per non chiudere l’evento e soddisfare chi era in fila gli organizzatori hanno iniziato a distribuire sacchetti di carta, per 15 euro invece che 18. Domani il nuovo round, con chiusura fila intorno alle ore 14 . Il bis non prima di un anno, il tempo necessario per accumulare venticinque nuovi bancali di abiti vintage e di stock.

All’interno è impossibile non trovare qualcosa che piaccia o serva: moda estate, inverno, donna e uomo. Top e camicie (anche di seta), maglioni, pantaloni, abiti da giorno e da sera, borse e cinture, scarpe, stivali e bijoux. È quasi tutto usato, ma attentamente selezionato e in ottimo stato. «Il vintage come i capi di sartoria degli anni Cinquanta-Sessanta e gli abiti firmati arrivano dagli sgomberi delle case milanesi , ogni anno svuotiamo centinaia di armadi», racconta Matteo Castaldo, «il nuovo invece proviene da stock, è incredibile quanta merce di qualità rimanga inspiegabilmente ferma nei magazzini, uno spreco assurdo. La maggior parte dei consumatori ignora fra l’altro che l’ottanta per cento degli abiti inutilizzati finisce bruciato o in montagne di rifiuti estremamente dannosi per l’ambiente».

Un’iniziativa che rifiuta l’etichetta del consumismo , al contrario guarda al risparmio ma anche all’attenzione per il pianeta. Di Mano in Mano ha provato a mettere sulla bilancia l’iniziativa per stabilirne l’anima green. «L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - spiega Castaldo - indica che una felpa pesa, in termini di emissione di CO2, dieci kg, e quindi i nostri 25 bancali con cinquecento kg di vestiti usati ciascuno equivalgono a un risparmio di circa 62,5 tonnellate di CO2. Quanto è? Tanta roba, come novecento voli andata e ritorno da Milano a Roma!». Perfino la shopping bag è un progetto ecologico , promosso dalla start up Tredici cm. «Ne abbiamo confezionate mille, una diversa dall’altra, utilizzando unicamente tessuti di recupero e scampoli», conferma la modellista Stefania Cifarelli.

«All you can wear» a Milano, in fila (per ore) tra i clienti: «La tecnica? 5 minuti a stand e niente panico»

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