Quattro anni fa il crollo del Ponte Morandi, i parenti delle vittime: "Ancora nessuna scusa" - QuiCosenza.it

2022-09-09 18:35:28 By : Ms. Aida Wang

Sotto un forte temporale, cedette uno strallo, un boato incredibile durante il nubifragio segnò per sempre la città di Genova e tutta l’Italia

GENOVA – Il viadotto sul torrente Polcevera crollò alle 11:36 del 14 agosto 2018 causando 43 vittime, 11 feriti e 566 sfollati.Oggi ricorre l’anniversario della tragedia.

Sotto un forte temporale, cedette uno strallo, un boato incredibile durante il nubifragio segnò per sempre la città. Era crollata una parte del ponte portando con sé auto e camion con un salto di 45 metri d’altezza. Tra le vittime anche due lavoratori di un’isola ecologica che finirono travolti dalle macerie. Il governo Conte dopo pochi mesi varò il “decreto Genova” con numerose semplificazioni alle norme per la ricostruzione. Il nuovo viadotto Genova San Giorgio è stato inaugurato il 3 agosto 2020 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il progetto di Renzo Piano è costato 450 milioni, tutti pagati da Aspi.

“Nel quarto anniversario del crollo del Ponte Morandi, si rinnova il dolore della tragedia che ha colpito quarantatré vittime. Una ferita che non si può rimarginare, una sofferenza che non conosce oblio, una solidarietà che non viene meno. Un dramma che segna la vita della Repubblica e per il quale la magistratura sta doverosamente accertando le responsabilità. Rinnovo anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, la più intensa solidarietà della nostra comunità nazionale”. Queste le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Si manifesta l’esigenza di interventi adeguati a sostegno dei familiari delle vittime di tragedie come queste: occorre che la normativa sappia dare risposte a queste esigenze- prosegue Mattarella- L’azione svolta dal comitato dei familiari delle vittime è risultata preziosa, vero e proprio memoriale vivente della tragedia, in attesa della realizzazione del memoriale proposto a monito permanente”.

Il processo appena iniziato oggi vede imputate 59 persone (tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea, società che si occupava di manutenzioni e ispezioni, attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato) e 600 parti civili. I reati contestati sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno, molti degli imputati sapevano che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla per impedirlo. Secondo i legali della difesa, il ponte sarebbe collassato a causa di un difetto costruttivo. Il 7 luglio si è svolta la prima udienza in tribunale a Genova. La prossima sarà il 12 settembre.

Il memoriale, progettato dallo studio dell’architetto Stefano Boeri, sorgerà nel luogo dove sono stati finora custoditi i reperti del ponte Morandi in un capannone lungo le sponde del Polcevera. Durante la prima udienza del 7 luglio la Procura ha autorizzato lo spostamento dei reperti.

Alla messa partecipano, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, Il sindaco Marco Bucci e il segretario della Lega Matteo Salvini. Per la Regione c’è l’assessore alla Cultura Ilaria Cavo. Dopo la messa ci sarà il ricordo della tragedia alla Radura della Memoria, sotto il nuovo Ponte San Giorgio dove oltre al ministro parleranno la presidente del Comitato per il ricordo delle vittime del Morandi Egle Possetti, il sindaco Bucci, l’imam, il governatore Toti. Prima 43 bambini consegneranno ai parenti delle vittime 43 messaggi. Ieri sera alla Radura della Memoria si è tenuto un concerto di musiche sacre.

A farsi portavoce di decine di famiglie che hanno vissuto quel dramma è Egle Possetti, portavoce del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi. Nel disastro perse sorella, cognato e nipoti. E, tra le tante recriminazioni, una in particolare: “nessuno ha mai chiesto scusa” per quanto è successo.

È lei che ogni volta, il 14 agosto sale sul piccolo podio ai piedi prima del cantiere, poi del nuovo ponte ricostruito, per gridare in faccia a istituzioni e magistratura che la richiesta è sempre e una sola: giustizia, sotto ogni punto di vista. A lei l’AGI ha chiesto di parlare a cuore aperto anche rivolgendosi a chi, per questa vicenda, è chiamato a risponderne direttamente o indirettamente, sotto il profilo della responsabilità penale, ma anche morale.

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La decisione del Gip di Monza nei confronti dell’ex concorrente dell’Isola dei famosi arrestato tre giorni fa insieme ad altre 12 persone

MONZA – Dal carcere ai domiciliari. Franco Terlizzi, ex pugile ed ex ‘naufrago’ dell’Isola dei Famosi era stato arrestato tre giorni fa nell’inchiesta milanese che ha portato in carcere anche Davide Flachi, figlio dello storico boss della ‘ndrangheta Pepè Flachi. La decisione è stata adottata dal gip di Monza Silvia Pansini che ha accolto le istanze dei difensori, gli avvocati Marcello Perillo e Antonino Crea. Terlizzi dunque esce dal carcere di Monza dopo che i suoi difensori hanno contestato sia il provvedimento di fermo che la richiesta di custodia cautelare, chiedendo la scarcerazione.

Oltre a lui erano state arrestate altre 12 persone nell’ambito dell’operazione ribattezzata “Metropoli – Hidden economy”. Al vertice Davide Flachi in primis, ritenuto a capo di una presunta associazione per delinquere che sarebbe ‘risorta sulle ceneri’ di quella guidata dal padre, storico boss della ‘ndrangheta del quartiere milanese Comasina. Terlizzi, nell’interrogatorio per rogatoria davanti al gip di Monza Silvia Pansini, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha fatto sapere, che nel corso del procedimento, davanti ai pm milanesi, chiarirà tutto ed è pronto a “combattere” per dimostrare la sua innocenza.

L’avvocato Perillo nell’udienza di convalida ha fatto notare che non c’era alcun motivo di arrivare al fermo, perché “manca il pericolo di fuga” e non ci sono nemmeno le esigenze cautelari per applicare la misura, perché tra quelle segnalate dai pm ci sono la disponibilità di armi e droga da parte del gruppo. Contestazioni che non riguardano Terlizzi. La Dda di Milano aveva chiesto il carcere per lui per l’accusa di associazione per delinquere finalizzata a frodi assicurative su incidenti d’auto. E’ accusato anche di intestazione fittizia perché sarebbe stato il presunto “prestanome” di Flachi gestendo la sua carrozzeria. Quest’ultima, ha chiarito la difesa, è stata sequestrata e non c’è pericolo di reiterazione del reato.

Il Gip di Monza Silvia Pansini nell’ordinanza con cui non ha convalidato, ha considerato “lo stato di incensuratezza” ed il “suo mancato coinvolgimento“, perché non ci sono accuse a suo carico sul punto, “nella ben più grave ed allarmante vicenda” emersa dall’inchiesta, ossia traffici di droga e armi ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso.

Il bonus 200 euro è una delle ultime misure una tantum messe in campo dal Governo italiano con il decreto Aiuti (Dl 50/2022) per attenuare gli effetti del caro-vita

COSENZA – Questa manovra è rivolta ai lavoratori autonomi e liberi professionisti con redditi al di sotto dei 35.000 euro per un totale di 600 milioni di euro. Il Click Day dovrebbe essere il 15 settembre 2022. “Dovrebbe” perché anche se la deadline si avvicina, la misura rimane ancora al vaglio della Corte dei Conti e il decreto attuativo ancora non è stato inserito in Gazzetta Ufficiale. Non bisogna però farsi prendere alla sprovvista dato che rischiano di rimanere esclusi centinaia di migliaia di lavoratori e professionisti appartenenti alla categoria. Infatti, al contrario dei lavoratori dipendenti che hanno ricevuto il bonus direttamente in busta paga, i lavoratori autonomi dovranno prendere parte ad un Click Day, che probabilmente lascerà senza il bonus diversi richiedenti, si stima circa 400 mila.

Questa misura sembra essere troppo esigua e dei 9.6 miliardi stanziati dal governo i 600 milioni per lavoratori autonomi e partite iva sembrano stonare. Per richiedere il bonus, le partite Iva e micro-imprese dovranno dimostrare:

– di essere lavoratori autonomi e liberi professionisti, non titolari di pensione; – di non aver percepito la stessa indennità in altra forma; – di non aver superato un reddito complessivo nel 2021 di 35.000 euro; – di essere iscritti al 17 maggio 2022, ad una delle gestioni previdenziali dell’INPS o ad altri enti gestori di previdenza ed assistenza di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103.

Oltre ai documenti saranno da allegare anche:

– una copia del documento di identità in corso di validità; – la copia del codice fiscale valido alla data della richiesta; – le coordinate postali o bancarie per l’accreditamento dei 200 euro.

Il bonus potrà essere richiesto nel momento del Click Day, ma la documentazione da fornire non è di facile preparazione. Per essere certi di avere tutta la documentazione necessaria i lavoratori autonomi e partite iva potranno recarsi presso i CAF a Cosenza e richiedere tutti i documenti mancanti. Raccomandiamo di entrare in possesso della documentazione necessaria nei giorni precedenti al Click Day dato che i posti sono limitati e si potrebbe rimanere senza il bonus. Queste misure una tantum del Governo, che cercano di aiutare le diverse categorie di lavoratori dal caro-vita, sembrano però non essere sufficienti per fare fronte all’attuale situazione economica. Con l’aumento dell’inflazione, che ad agosto ha toccato il nuovo record del +8,4%, e le paure di nuovi aumenti dei prezzi del gas, i 200 euro promessi sembrano essere solo briciole che non cambieranno la situazione degli ormai milioni di italiani in difficoltà.

La frase “non abbassare la guardia” è diventata quasi retorica ma per il presidente del Gimbe “non mancano preoccupazioni per i prossimi mesi. L’esecutivo in carica non ha, ad oggi, predisposto alcun piano di preparazione”

ROMA – Gli ultimi 7 giorni, secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, segnano un calo dei ricoveri per Covid 19 generalizzato: -18% nelle terapie intensive e -17% per i ricoveri in area medica. Dal 31 agosto al 6 settembre oltre ai ricoveri, calano anche i nuovi casi del 17,3%, e i decessi del 22,1%.

Nel nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe pertanto, “il numero dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – si attesta intorno a 124 mila, con una media di 17 mila casi al giorno. Da metà agosto, la curva è in una fase di plateau con lieve andamento discendente negli ultimi giorni”.

I nuovi contagi da Sars-cov-2 sono stati nella settimana 31 agosto/6 settembre 123.782 rispetto 149.701 della settimana precedente; i ricoveri con sintomi Covid sono stati 4.459 rispetto a 5.427 e le terapie intensive 185 rispetto a 226. Prosegue il calo sul fronte dei decessi: 447 negli ultimi 7 giorni (di cui 66 riferiti a periodi precedenti), con una media di 64 al giorno rispetto agli 82 della settimana precedente. Si registra anche un lieve calo del numero dei tamponi totali (-1,2%): da 1.024.798 del 24-30 agosto a 1.012.676 del 31 agosto -6 settembre.

In tutte le regioni si registra un calo percentuale dei nuovi casi (dal -8,8% della Provincia Autonoma di Trento al -34,2% della Calabria). Rispetto alla settimana precedente, in 104 province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -1% di Cremona al -38,3% di Crotone), mentre solo tre, segnano un incremento: Forlì-Cesena (+7,4%), Ravenna (+7,2%) e Belluno (+2,4%). L’incidenza rimane sotto i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province: dai 90 casi per 100.000 abitanti di Barletta-Andria-Trani ai 409 di Crotone.

“In contrasto con le raccomandazioni degli organismi internazionali di sanità pubblica – spiega Nino Cartabellotta – l’esecutivo in carica non ha, ad oggi, predisposto alcun piano di preparazione per il prossimo autunno-inverno. Peraltro, il monitoraggio sulle proposte dei partiti relative alla sanità documenta che la gestione della pandemia e della campagna vaccinale rimangono ai margini delle proposte elettorali. Il rischio è di trovarsi, per l’ennesima volta, in piena stagione autunnale ad inseguire il virus, compromettendo la salute dei più fragili e generando ritardi nell’assistenza sanitaria ordinaria”.

Finora, nella fascia 5-11 anni, solo 1.404.090 bambini hanno ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid (di cui 1.283.760 hanno completato il ciclo), con un tasso di copertura nazionale del 38,4%, che varia dal 21% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della Puglia. Ma nell’ultima settimana le somministrazioni in questa fascia di età vedono un incremento di oltre il 13%.

La Fondazione Gimbe fa il punto anche in vista della prossima riapertura delle scuole. Nella settimana 31 agosto al 6 settembre rimangono stabili i nuovi vaccinati: 2.166 rispetto ai 2.261 della settimana precedente. Di questi il 47% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: sono stati 1.019, con un incremento del 13,3% rispetto alla settimana precedente. In base ai dati aggiornati alle ore 6 del 7 settembre 2022, sono 6,8 milioni, invece, in Italia, i non vaccinati, di cui 1,2 milioni di guariti e quindi protetti solo temporaneamente.

E’ ferma la percentuale di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid, pari all’88% della platea, e di chi ha completato il ciclo vaccinale 86,7% della platea. Ben 7,6 milioni di persone, infine, non hanno ancora ricevuto la terza dose, il cui tasso di copertura nazionale è dell’84,1% e va dal 78,3% della Sicilia all’88% della Lombardia.

Sono oltre 17,1 milioni le persone over 60 o fragili candidate a ricevere la quarta dose di vaccino contro il Covid. Finora ne sono state somministrate solo 2.323.500, quindi 15 milioni di persone in Italia devono ancora farla. E, di queste, circa 13 milioni possono farla subito, perché guariti o vaccinati da oltre 120 giorni.  La Fondazione Gimbe, raccomanda di prenotarla subito, mentre “attendere un vaccino aggiornato è rischioso”. Anche perché con il vaccino adattato per la variante Omicron BA.1 appena autorizzato anche in Italia, il beneficio aggiuntivo è “marginale”.

In base alla platea ufficiale, la copertura nazionale per le quarte dosi è del 17,7%, ma con nette differenze regionali: dal 6,6% della Provincia Autonoma di Bolzano al 33,7% del Piemonte. Inoltre, le quarte dosi (o secondo booster) sono in calo nell’ultima settimana: dal 31 agosto al 6 settembre vedono una media di 10.656 somministrazioni al giorno, rispetto alle 12.652 della settimana precedente, pari a -15,8%.

A condizionare il comportamento degli italiani, probabilmente è l’attesa di poterla fare con dei vaccini aggiornati. I vaccini bivalenti Pfizer e Moderna, aggiornati per la variante Omicron BA.1, che hanno avuto il via libera dall’Agenzia italiana del farmaco, rispetto al vaccino monovalente originale, inducono “una maggiore risposta anticorpale sia nei confronti di Omicron BA.1 che di BA.4 e BA.5, con un profilo di sicurezza sovrapponibile”.

Tuttavia, precisa il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, “considerato che Omicron BA.1 non circola più in Italia e che i vaccini aggiornati a BA.4 e BA.5 sono in dirittura di arrivo il ruolo di questo primo vaccino aggiornato sembra marginale, anche perché non disponiamo di prove di efficacia sull’infezione e, soprattutto, sulla malattia grave. Quello che è davvero importante per over 60 e fragili è fare al più presto la quarta dose con qualunque vaccino disponibile, senza attendere ulteriormente”. Mentre la popolazione generale che deve completare il ciclo primario con la terza dose, conclude Cartabellotta, “può optare per il vaccino ‘tradizionale‘, per quello aggiornato a BA.1, oppure attendere quello sviluppato per BA.4 e BA.5, la cui approvazione da parte dell’Agenzia Europea dei medicinali è prevista per metà settembre”.

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