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Sul sito sono stati tantissimi i commenti lasciati sull’articolo che riportava alcune considerazioni del Dott. Claudio Maria Perfetto che sosteneva che alcune misure potrebbero certamente essere chieste ora dai lavoratori in vista delle prossime elezioni, molte forze politiche, potrebbero anche prometterle, ma poi difficilmente queste misure in ambito previdenziale potranno vedere la luce, in quanto non vi sono le condizioni idonee.
Eppure molti lavoratori sono ancora certi che per la quota 41 e per la flessibilità dai 62 anni i denari vi siano, anche perché vi sono stati dei risparmi oggettivi derivanti, purtroppo, dalla recente pandemia di Covid 19 e dalle perdite in termini di vite umane, specie pensionati. Ma anche in questo caso il Dott. Perfetto cerca di spiegare con minuzia di particolari perché in verità la frase ‘i soldi per pagare le pensioni’ sia solo retorica, perché in verità le cose non stanno proprio così. Riportiamo un suo lunghissimo commento rilasciato sul sito perché ci pare che davvero permetta di fare il punto della situazione in modo oggettivo.
Così il Dott. Perfetto: “Si sente spesso dire dai lavoratori “i soldi per pagare le pensioni ci sono”. Va bene. Ammettiamo pure che i soldi ci siano. Diciamo che i soldi ci sono perché abbiamo separato la Previdenza dall’Assistenza, perché li abbiamo recuperati dall’evasione contributiva, perché li abbiamo presi dai risparmi di Quota 100, perché ci sono i risparmi derivanti dai pensionati deceduti a causa del Covid, ecc. ecc.
Ma il punto non sono i soldi! Il punto sono i lavoratori! La massa lavorativa. La forza lavoro. Per convincersene basta seguire questo semplicissimo ragionamento. Supponiamo che il Sistema Previdenziale sia in equilibrio, ovvero che i contributi versati dai lavoratori attivi siano sufficienti a pagare le pensioni.
Supponiamo che il rapporto lavoratori/pensionati sia 1 (100L/100P, oppure 10L/10P, oppure 1L/1P). In altre parole, supponiamo che 1 lavoratore attivo finanzi la pensione di 1 pensionato (nella nostra realtà il rapporto è 1,45, ovvero 1 occupato e mezzo per pensionato nel 2021, secondo Itinerari Previdenziali).
Per semplicità diciamo che esiste 1 lavoratore (1L) che finanzia 1 pensionato (1P) ovvero: 1L/1P=1. Supponiamo che l’unico lavoratore attivo vada in pensione, il che vuol dire che occorre sottrarre 1 dal numero di lavoratori attivi e addizionare 1 ai pensionati: (1L-1L)/(1P+1P)=0L/2P=0 Poiché il rapporto lavoratori/pensionati è 0 (zero) il Sistema Previdenziale non è in equilibrio (perchè il rapporto deve essere 1).
Precisa Perfetto: “Per far sì che il Sistema Previdenziale resti in equilibrio, occorre avere: 2L/2P=1. In altre parole, per 1 pensionato in più, occorrono 2 lavoratori in più. Questo semplice esempio numerico pone in evidenza che la domanda da porsi NON è “da dove prendiamo i soldi per finanziare le pensioni?” (i soldi si trovano, come abbiamo visto nella premessa).
La domanda da porsi INVECE è la seguente: “se i lavoratori vanno in pensione, CHI È CHE LAVORA?” Occorre ragionare non già sulle risorse nominali (soldi) ma sulle risorse reali (lavoratori). È in atto una progressiva (e in accelerazione) erosione dei posti lavoro: c’è sempre meno bisogno di forza lavoro umana.
L’erosione dei posti di lavoro è causata non solo dall’automazione che la gente vede ancora come fantascienza (robot, intelligenza artificiale e androidi vari, in cui la macchina sostituisce l’essere umano), ma soprattutto dalla disintermediazione fisica (bancomat, casse automatiche, home banking, home insurance, e quant’altro di intangibile in cui l’essere umano sostituisce l’essere umano).
Perciò, più lavoratori andranno in pensione e meno lavoratori ci saranno a versare i contributi per pagare le pensioni. Questo è il motivo per cui si tende a far restare sempre più a lungo i lavoratori al lavoro e quindi a ritardare l’età del pensionamento (è l’età l’aspetto cruciale, non tanto il numero di anni di versamenti contributivi). Inoltre, in ambito pensionistico c’è ancora un altro aspetto da considerare.
Sono cambiate le condizioni fa presente Perfetto: “La Proposta Tridico è stata presentata il 26 aprile 2021 durante l’evento online dal titolo “Pensioni: 30 anni di riforme” promosso dalla Direzione Centrale Studi e Ricerche INPS. La Proposta Tridico è stata formulata in uno scenario piuttosto diverso da quello attuale, quando non c’era ancora la guerra, quando l’inflazione non aveva ancora alzato la testa e quando le previsioni della crescita del PIL erano forse più ottimistiche.
Pertanto, alla luce delle nuove condizioni che si sono venute a creare (guerra, inflazione, aiuti di sostegno per il caro energia, riduzione accise sulla benzina, aumento del debito pubblico), anche la Proposta Tridico potrebbe vacillare, e quindi resterebbero nel 2023 sostanzialmente: Riforma Fornero, Opzione Donna e Ape sociale (più qualche appendice previdenziale).
Conclusioni: Governo e Sindacati farebbero meglio a riunirsi attorno al tavolo per mettere mano ad un vera Riforma del lavoro: versamento contributi da pare delle macchine, minimo salariale, lavoro garantito per chi lo cerca (si dovrebbe parlare di “garanzia del lavoro”, piuttosto che di “pensione di garanzia”).
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a pag. 204, si legge: “si rivedono le politiche attive del lavoro a partire dall’assegno di ricollocazione, per arrivare all’istituzione di un programma nazionale («Garanzia di occupabilità dei lavoratori» – GOL), che prevede un sistema di presa in carico unico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale (percettori di RdC, NASPI, CIGS)”.
Ad onor del vero, la frase sopra riportata nel PNRR mi dà l’idea più di una dichiarazione di intenti che di un vero e proprio programma.
Dalla Riforma del lavoro ne scaturirebbe come naturale conseguenza la Riforma delle pensioni. Anzi, non ci sarebbe nemmeno bisogno di farla la Riforma pensioni. C’è già, è la Riforma Fornero, la quale verrebbe resa flessibile dalla Riforma del lavoro in quanto il calo delle nascite (un aspetto demografico da cui non si può affatto prescindere e che è uno dei capisaldi della Riforma Fornero) verrebbe compensato dal lavoro delle macchine.
L’articolo della Dott.ssa Erica Venditti cita nel titolo la parola “illusioni”. E questo richiama alla mia memoria la frase attribuita a Demostene: “Nulla è più facile che illudersi, perché l’uomo crede vero ciò che desidera”.
Ecco, i giocolieri di fiere politiche, i venditori di illusioni previdenziali, sono già all’opera, e arringano i loro elettori con Quota 41 e 62 anni di età anagrafica, sapendo bene di poterli illudere, perché sanno che gli elettori credono vero ciò che desiderano“.
Ringraziano pubblicamente e di cuore il Dott. Perfetto per la sua costante disponibilità verso i lettori tutti, per dedicare ore ed ore al sito nel rispondere a chi curiosamente ed in modo critico fa domande per comprendere di più le sue teorie, ma altresì per riuscire a tollerare anche quanti preferiscono prendersela con lui perché cerca di mettere in luce verità scomode o almeno non teme di mostrarle.
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Niente riforma meglio uscire dalla U.E.
Visto che quota 41 resterà un sogno speriamo almeno in quota 42 sono 10 mesi in meno di lavoro
Penso che sia ora di finirla ,i soldi per gli stipendi e i vitalizi (mega ) dei parlamentari ci sono , mancano solo per le nostre pensioni , penso che se sbagliano ad amministrare i nostri soldi dovrebbe essere che chi sbaglia paga ! Poi se non mandate la gente in pensione i giovani non cominciano mai a lavorare e di conseguenza non versano i contributi , se ancora volete prenderci in giro con ste cavolate ,bisogna smettere di votare e scendere tutti in piazza a protestare per mandare a casa tutti quei pagliacci ,se non basta smettere tutti di pagare le tasse
AVETE MAI PENSATO CHE UN UOMO CHE DIVENTA NONNO A 62 ABBIA IL DIRITTO DI ANDARE IN PENSIONE PER POTER DARE UNA MANO ALLA FAMIGLIA? AVETE MAI PENSATO A QUESTA PROPOSTA? POLITICHE PER LA FAMIGLIA SOLO A PAROLE. SVEGLIA GOVERNO INCAPACE!
Purtroppo invece adesso c’è il bum delle morti sul lavoro (1000 all’anno o forse a nche di più) grazie all’aumento dell’età pensionabile,la gente a 60 65 anni non ha piu i riflessi che aveva a 30 40 50 ma purtroppo deve fare quello che faceva prima ,mi sembra un cotrosenso e poi ci lamentiamo che abbiamo tutti questi morti questa secondo me è una se non la prima delle tante cause di tutte queste stragi!!!!!
Mi rivolgo al dottor Claudio Maria Perfetto e gentilmente porgo questa domanda:secondo lei quota 4i per precoci categorie protette (invalidi 74% legge 104 disoccupati ecc. Potranno andare in pensione appunto con 41 anni di contributi con le regole del 2022 ?Grazie x un’eventuale risposta e complimenti per l’interessamento per tutti noi . Saluti.
Buongiorno Dott. Perfetto, la sua proposta è senza dubbio …. affascinante, ed è per questo che ho necessità di porgerle una domanda: ma lei crede che i poteri forti che gestiscono i robot (faccio un nome per tutti) Confindustria ecc. lascino che vengano imposti contributi alle loro macchine ? Lei crede che l’attuale Governo in linea con Bruxelles, con Bonomi ecc. e totalmente contro al popolo qualunque sia mai favorevole ad una imposizione contributiva di questo genere? Grazie se vorrà darmi una risposta.
Sig. Pietro, io credo che i primi “poteri forti” (come lei li chiama) a schierarsi contro una possibile imposta sui robot siano i costruttori di robot. Essi potrebbero pensare che una imposta sui robot possa disincentivare le imprese ad acquistare i robot.
In questo tematica occorrerebbe innanzitutto fare chiarezza sui termini.
Io parlo di “imposta” e non già di “tassa”.
La imposta (che può essere l’Irpef, l’Ires, l’Irap) è in relazione alla capacità contributiva del lavoratore o dell’impresa, che concorrono a versare denaro allo Stato in modo che lo Stato possa finanziare servizi generali come, per esempio, la Sanità.
La tassa (come la TARI, Tassa per la raccolta dei Rifiuti) è in relazione invece ad uno specifico servizio che una determinata persona o impresa riceve.
Applicare una imposta al robot significa attribuire anche al robot una “capacità contributiva” alla pari del lavoratore. Non si può parlare di una “tassa” sui robot, perchè il robot non riceve alcun servizio. Né la tassa deve essere pagata dall’utilizzatore del robot, ovvero dall’impresa, perché la tassa non va confusa, in questo caso, come disincentivo nell’utilizzo del robot invece che dell’essere umano. È per questo che io mi riferisco alla imposta sui robot col termine di IRAUT (Imposta sul Reddito da lavoro prodotto dall’AUToma) simile all’IRPEF (Imposta sul Reddito da lavoro prodotto dalle Persone Fisiche).
Poiché le imposte (come l’IRPEF) servono non solo a finanziare i servizi generali di cui ne beneficia l’intera società, ma anche a finanziare in modo specifico le pensioni attraverso il versamento dei contributi, ne consegue come logica che anche il robot attraverso l’IRAUT partecipa al finanziamento dei servizi generali (es. manutenzione macchine, alla stregua della Sanità per i robot, ma anche alla Sanità umana) e al finanziamento delle pensioni umane (dal momento che i robot non vanno in pensione).
Io credo che se la tematica fiscale sull’impiego dei robot venisse affrontata tra Governo, Confindustria e Sindacati, dal confronto ne uscirebbe senz’altro un risultato positivo.
I Sindacati si troverebbero con la prospettiva di poter ampliare la loro influenza sul lavoro, evitando il “dumping” dei salari (che significa riduzione dei salari) che si verrebbe inevitabilmente a creare in quanto i salari sono legati alla produttività ed, essendo i robot più produttivi degli umani, si arriverebbe al punto che un lavoratore umano entrerebbe in competizione con un robot e guadagnerebbe quanto “guadagna” un robot, praticamente quasi nulla, per cui il lavoratore si troverebbe nella condizione di rifiutare il lavoro e diventerebbe, ahime!, disoccupato volontario.
Confindustria si troverebbe con la prospettiva di interagire costruttivamente con i Sindacati e di averli dalla propria parte, riconoscendo che versando l’imposta sui robot macinerebbero comunque notevoli profitti sia perché i robot sono più produttivi degli umani, sia perché grazie ai contributi versati dai robot le aziende potranno rilasciare i lavoratori non più in linea con i requisiti richiesti dalle aziende che attraversano la trasformazione digitale e assumere al loro posto giovani con i requisiti più in linea con la trasformazione digitale.
Il Governo si troverebbe con la prospettiva di non avere perdita di gettito fiscale a causa dell’incremento della disoccupazione che verrebbe generata dalla sostituzione degli umani con i robot, e di avere risorse con flusso continuo per finanziare le pensioni derivanti dai contributi versati dagli automi.
Si realizzerebbe in tal modo il tanto auspicato ricambio generazionale, che innescherebbe nuovi consumi, maggiore produzione, più occupazione, più nascite, più prodotti e servizi per l’infanzia, più benessere.
In definitiva: contenti i Sindacati, contenta Confindustria, contento il Governo, contenti i lavoratori, contenti i pensionati. Contento tu.
Vi ricordo che in Italia il reddito non cresce da 30 anni, unico paese in Europa. Quindi paghe basse, meno natalità, significa stare al lavoro di più, pagare più tasse…e come logico più poveri …..o si fanno più soldi ai lavoratori o é meglio scappare da questo paese.
…”conclusioni: il governo e i sindacati farebbero meglio a riunirsi attorno a un tavolo…”. Sogno o son desto?!…Frega poco o nulla a nessuno. Di scuse per non incontrarsi ormai se ne trovano tutti i giorni. Il tema è passato di moda. E le attese di tantissimi lavoratori con decine di anni di lavoro sulle spalle si vanno a far benedire. Con i tempi che corrono, temo che la riforma del mercato del lavoro diventi un’illusione sempre più pia. Sostanza: chi oggi lavora deve farlo sino alla settantina per l’equilibrio del sistema…chi non lavora continua a non lavorare o lavorare poco (es. giovani). Teniamo comunque sempre accesa una fiammella di speranza.
Sig. Alex61, i cosiddetti “tavoli” sono fatti per dirimere le controversie, appianare le divergenze, trovare “convergenze parallele”, in altri termini, se le parallele si incontrano all’infinito (quinto postulato di Euclide), allora è solo essendo lungimiranti che le proprie convinzioni parallele potranno convergere verso uno scopo comune.
Le ambasciate sono state create per “combattere” con le parole ed evitare di combattere con le armi.
Quando gli interessi degli Stati divergono dall’interesse comune, è sbagliato chiudere le ambasciate, perchè sono proprio gli ambasciatori a dovere scendere in campo e non i generali degli eserciti.
Chi non sa gestire il confronto con un Sindacato, non sa nemmeno gestire il confronto con uno Stato.
“Teniamo comunque sempre accesa una fiammella di speranza”.
È tutto inutile finché c’è la casta i soldi ci saranno solo per loro. Se dimezzassimo i loro stipendi ed i loro vitalizi, inoltre dovrebbero prendere la pensione come noi dopo 43 anni di lavoro, un’altra cosa importante “CHI SBAGLIA PAGA” , perché loro non sono responsabili di niente invece se sbagliano dovrebbero pagare per esempio vengono finanziate delle cose che poi non vengono fatte ed i soldi non ci sono più devono pagare loro.
Encomiabile il concetto di avere abbastanza contributi per pagare le pensioni, sarebbe ora che questo ambito della spesa pubblica si adeguasse ai criteri generali di spesa….. e che diamine! La spesa pensionistica è l’unica causa di deficit tant’è vero che l’Europa ci richiama prevalentemente per quella. Se consideriamo poi quello che si paga con i contributi per i lavoratori e qualche a questo punto doveroso trasferimento dalla fiscalità generale…. l’INPS ha fatto e fa miracoli. E con i nostri privilegiati come la mettiamo? anche loro sotto la legge del tanto versato e tanto ricevuto? Problema minore dal punto di vista dell’entità finanziaria diretta ma problema rilevantissimo dal punto di vista dell’entità finanziaria secondaria o indotta dovuta alle enormi conseguenze dell’errore organizzativo del diffuso privilegio. E poi, suggestivo che ognuno deve avere per quello che versa ma mi chiedo: lo applicheremo anche alla sanità, anche all’istruzione, anche alla sicurezza? E anche alle regioni et similia ed alle imprese daremo sovvenzioni in base a quanto versato? Mi piace l’idea di avere una pensione di circa €700,00/mese, circa un affitto mensile in una grande città. Poi chi oltre 80 anni fà avviò rilevanti riforme welfare istituì anche premi per la natalità ma oggi ci accorgiamo che abbiamo problemi demografici per altro insolubili perchè i neonati non hanno ancora versato nulla e i genitori ancora poco. La vedo dura e continuo ad avercela con chi ha già frantumato il nostro patto generazionale e più complessivamente il patto politico senza applicare criteri di sostenibilità gestiti correttamente. Poi mi chiedo, so che non piacciono i paragoni ma nella mia zona sono un must, è normale dire se ce la fanno gli altri ce la posso fare anche io, qualcuno con questo concetto si è incoraggiato anche durante il transito, mi chiedo ma paesi con potenzialità minori delle nostre in Europa come fanno ad andare meglio e perchè?
SINCERAMENTE BASTA ! L’ANNO SCORSO AL SIGNOR TRIDICO IN PIENA PANDEMIA È STATO AUMENTATO QUASI DEL DOPPIO LO STIPENDIO !!! ECCOME CHE C’ERANO I SOLDI PER LUI !!! NON CI SONO TUTTORA FORSE I SOLDI PER I NOSTRI POLITICI CHE A 60 ANNI DI ETÀ CON 4 ANNI E 6 MESI DI CONTRIBUTI POSSONO ACCEDERE ALLA PENSIONE ???!!! ECCOME CHE CI SONO I SOLDI.. PER TUTTI LORO.. TANTISSIMI SOLDI, UNA MONTAGNA DI SOLDI E SUBITO !!! TUTTO CIÒ È SINCERAMENTE OSCENO, INSOPPORTABILE !!! CI SONO ULTRASESSANTENNI DISOCCUPATI DA ANNI CHE HANNO PIÙ DI 41 ANNI DI LAVORO E DI CONTRIBUTI ALLE SPALLE CHE DEVONO POTER ANDARE IN PENSIONE SENZA PENALIZZAZIONI E PALETTI !!! RIDATEGLI INDIETRO I LORO SOLDI INVECE DI FARLI CONTINUARE A INSEGUIRE “PENSIONI ANTICIPATE” CHIEDENDO ALTRI DISSANGUANTI SACRIFICI PROSCIUGANDO I RISPARMI DI UNA VITA SOTTO FORMA DI CONTRIBUTI VOLONTARI !!!
Innanzitutto non si capisce perché debba esistere opzione donna , ma non opzione uomo, considerando che gli uomini vivono mediamente 4,5 anni meno delle donne e che i medesimi svolgono quasi sempre i lavori più pesanti, nocivi e pericolosi. Basta dire che in Italia, come in tutto il mondo industrializzato, sono uomini la quasi totalità dei morti sul lavoro, nonché la stragrande maggioranza degli infortunati. Poi sarebbe l’ora che i politici e tutti coloro che ricevono le c.d. pensioni d’oro, cominciassero a fare dei sacrifici (ok, campa cavallo…), decurtandosi il bottino che ricevono mensilmente, perché è inammissibile che, ad esempio, i muratori debbano stare sui tetti a 67 anni, oppure ad asfaltare le strade a quell’età. Parliamo di uomini che sovente iniziarono a lavorare a 14-15 anni di età. Perciò vedete di finirla con queste storie. In particolar modo mi rivolgo a coloro che ormai da decenni sono soltanto “gli amici dei padroni”, cioè i sindacalisti. Ehi, signori, avete veramente rotto. Tornate a fare quel che dovete fare: difendere i diritti dei lavoratori, senza stare lì a leccare i piedi a politici, industriali e compagnia cantante.
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire quello che la maggioranza dei lavoratori uomini pensano ma non possono dire: le donne vivono in media 5/6 anni più degli uomini, le morti sul lavoro sono quasi esclusivamente al maschile ma gli uomini devono restare incatenati al posto di lavoro più delle donne! Sempre più uomini sono single e si si occupano della casa, dei figli e dei genitori anziani Qualcuno riesce a spigare al di là dell’insopportabile politically correct perchè i lavoratori uomini devono essere discriminati? E’ costituzionale?
Per i lavoratori diminuisce il numero per automazione o altro e non si trovano i soldi (peraltro già versati dai lavoratori stessi non ci sono e dove sono finiti? Quelli, e i 12 miliardi circa per i prossimi 10 anni dai Pensionati morti per COVID ma anche questi dove vanno, adesso basta). Ci sono centinaia di politici che in molti casi o sparano parole a caso, o peggio ancora sono STRAPAGATI per non sapere risolvere NULLA ma……🤔🤔🤔 quando c’è qualcosa di serio da fare come fanno…chiamano i vari Monti o Draghi e guarda caso i soldi per le loro Pensioni Altissime peraltro non mancano mai, si danno a loro piacimento aumenti di 28000€ all’anno e i soldi ci sono ma per gli aumenti dei lavoratori guarda caso non ci sono mai oppure ti prendono bellamente per le Mele. A mia moglie che fa la Bidella, lo stesso stato che da 28000€ di aumento appunto a questi personaggi offre alle Bidelle 10€ Netti al mese, ma cosa siamo schiavi di questo Stato. Che qualcuno cominci a vergognarsi e trovi i soldi per chi lavora o per chi deve andare in Pensione e finiamola di trovare delle scuse. Anche i Sindacati stessi mi ricordo che a noi che prendiamo poco più di 1000€ di stipendio andavamo in Cassa Integrazione con il 60% dello stipendio e i dipendenti Alitalia, con gli stessi sindacati a loro che prendevano 10/13000€ di stipendio ci andavano con il 90% se ricordo bene perciò non che la maggior parte delle volte non ci sono i soldi ma solamente la volontà di aiutare chi guadagna di meno. Offrire aumenti di stipendio a dipendenti di 10€ al mese con gli aumenti che ci sono di tutti in questo momento è una vergogna e io non sento o vedo nessun Sindacato che si scandalizza o si incavola come si deve. Finiamola con i luoghi comuni e facciamo qualcosa di reale è giusto. Non ci sono i soldi e spuntano miliardi a ho già per la guerra quando non c’erano appunto per i poveri mortali. Vergognatevi
Credo sarebbe corretto imporre a chi compra una macchina per sostituire un uomo fargli pagare i contributi come se quel robot fosse un uomo. Ci sarebbero i soldi per pagare le pensioni e più occupazione.
Dove trovano il coraggio i nostri Burocrati, politici di parlare no anzi di sparlare come si fa’,dopo 43 anni di lavoro consecutivi andare a prendere neanche €1200 ma di cosa stiamo parlando che i politici hanno Pensioni 4,5 volte di più lavorando si e no per 20 anni ma cosa vogliono da noi,che si mettano loro nei nostri Panni…
avete sentito l’ultimissima del nostro beneamato MONTI? striglia Draghi dicendo che si dia da fare per attuare le riforme visto che l’europa ci paga; naturalmente non parla della riforma delle pensioni; a quella ci ha pensato lui a rovinare molti italiani ( non tutti); c’era una barzelletta che riguardava un personaggio politico e diceva così: DIO C’è, MA NON SEI TU, RILASSATI; SENATORE MONTI: DIO C’è MA NON SEI TU, RILASSATI………………………………… SALUTI AI GESTORI DEL SITO
Visto che siamo in tanti a dire che bastano 40 anni per andare in pensione io ne ho 41,5 e 62 anni di età invalido al 67% attualmente disoccupato, cosa aspettiamo per andare in piazza a reclamare ma come si deve e senza sigle sindacali.
Scusate, vorrei sapere se entrasse in vigore una qualsiasi riforma delle pensioni, che oggi sono solo ipotesi, si può optare per andare in pensione con i 42 +10, mi spiego nel 2023 raggiungo i 42+10 con 62 anni e 10 mesi di età col sistema misto, non vorrei che una qualsiasi riforma mi dica che devo compiere 64 anni e magari andare in pensione tutto col contributivo, sarebbe meglio se ci fosse una clausola di salvaguardia. Se qualcuno che legge mi può dare una risposta, grazie
Sig. Stelluti Michele, se lei prevede nel 2023 di raggiungere i 42 anni + 10 mesi di versamenti contributivi (con 62 anni e 10 mesi di età col sistema misto), potrà tranquillamente andarci con la pensione anticipata della Riforma Fornero, la quale rimarrà intatta nel 2023 (consideri, però, anche la finestra dei 3 mesi, che è stata aggiunta dal Governo Conte I formato da Lega e M5S).
La Prof.ssa Elsa Fornero è consulente (a titolo gratuito) del Governo Draghi, è una persona di onestà intellettuale, crede in ciò che pensa e agisce in base a ciò in cui crede. Inoltre, le si deve riconoscere la capacità di difendere con convinzione le proprie idee senza nascondersi attaccando gli altri e senza slogan elettorali. Proprio per la sua onestà intellettuale e per la sua capacità di sostenere le proprie convinzioni a spada tratta, nonché per il fatto che la Riforma Fornero è ben vista da Istituzioni nazionali e internazionali, la Prof.ssa Fornero senz’altro non permetterà che “la Riforma che porta il suo nome” possa essere peggiorata.
La possibilità di poter andare a 64 anni di età e con il sistema di calcolo tutto contributivo è solo una delle Ipotesi in circolazione, una Opzione da discutere che si delinea sul fronte pensionistico per dare alla Riforma Fornero quel grado di flessibilità di cui proprio oggi si avverte un urgente bisogno.
Mario Draghi ha certamente carta bianca per peggiorare la Riforma Fornero: ma verrebbe presto isolato da i nostri Partner europei, perché anch’essi sanno che peggiorare la Riforma Fornero (tra le più rigide in vigore in Europa) non è affatto giusto.
Dott. Perfetto i suoi ragionamenti sono sensati e assolutamente condivisibili, ma pensa davvero che di fronte alla urgente necessità di denaro causa guerra, pandemie, calo demografico, fuga all’estero dei giovani, piaghe d’Egitto ecc. il Governo e i partiti come avvenuto sempre in passato non utilizzeranno i lavoratori e i pensionati come un bancomat, anche in considerazione della incapacità/mancanza di volontà di combattere seriamente l’evasione fiscale, la delinquenza organizzata e i privilegi delle caste per reperire risorse? Comunque spero tanto che abbia ragione!
solo un piccolo commento…. i giovani, oggi, non sono il futuro, ma il presente…!!! diamo la possibilità di farli entrare nel mondo del lavoro…, e mandiamo a casa chi ha 41 o più di 62 anni … cominciamo a svecchiare questo mondo e facciamo entrare più giovani… non domani …. ma oggi…
Calcolo matematico. Ho 63 anni ,contributi versati 40. Aspettativa di vita 83 anni. Se andassi in pensione adesso percepire per 20 anni la pensione. I restanti 20 anni che ho versato chi se li mangia? Ma per quale motivo devo restare lavorare fino a 67 anni? Questo è semplicemente disumano.
Purtroppo l’aspettativa di vita per gli uomini attualmente è scesa sotto gli 80 anni….
Vergogna, Vergogna, Vergogna. Diciamo le cose come stanno, quando una persona ha versato per 40 anni, si deve poter ritirare con una dignitosa pensione. Non ci sono scuse. Non accetto scuse o bla bla bla. Del resto, se fortunato, potrà godere della pensione pe run periodo medio che va dai 15 ai 20 anni, quindi di cosa stiamo parlando??? E’ ovvio che chi comanda vorrebe farti lavorare fino al giorno prima della morte così da non avere alcun costo e potersi garantire i privilegi che si sono elargiti, ma credo che quei tempi siano finiti e che bisogna rimettere le cose al loro posto, in un modo o nell’altro. AI sindacati dico solo che anch eper loro è finita la pacchia, devono ritornare a svolgere il loro dovere e più precisamente difendere gli interessi dei lavoratori e mettere da parte gli interessi personali. Sono più di 30 anni che si dedicano a questa seconda attività trascurando gli interessi di chi paga la tessera. A buon intenditor…poche parole Grazie ai gestori del sito per questo spazio.
Buongiorno Erica ripeto quello scritto dal sottoscritto precedentemente di cui non ho avuto risposta ovvero se dico che con la triade Draghi Fornero Monti la riforma delle pensioni sarà pura utopia mento oppure no? Se scrivo che la proposta Tridico è da denuncia penale in quanto è puro disprezzo nei confronti di chi merita un meritato “riposo” dopo anni di lavoro dico delle fesserie si o no? Come si può prendere in giro un lavoratore dicendogli che una parte te li elargisco a 63 anni e la rimanente a 67 e nel frattempo calcolando una pensione totale media di 1300 euro di cosa vivo? Con circa 650 euro? Perchè continuare a illudere persone anziane ripetendo sempre gli stessi articoli ottenendo ovviamente sempre le stesse risposte? La prego mi dica cosa mi sfugge perchè fatico a capire. Grazie anticipatamente qualora riesca a illuminarmi di piu. Ps. illuminarmi senza sarcasmo ovvio.
Sig. Luigi, lasci che le risponda.
Se lei dice che “con la triade Draghi Fornero Monti la riforma delle pensioni sarà pura utopia”, non mente affatto. Non potrà esserci una “Riforma pensioni”. Per almeno due motivi, difficilmente superabili.
Primo motivo. Lo dice la Corte dei Conti: “In materia di spesa pensionistica si confermano, nel capitolo, le valutazioni di fondo fatte dalla Corte nel recente passato. Dopo l’intervento derogatorio rappresentato da Quota 100 è importante che si riaffermi la centralità della legge 214/2011 e che il quadro normativo previdenziale ritrovi i suoi caratteri di certezza che lo hanno connotato fino al 2019” (“Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica”, pag. 163, della Corte dei Conti – che ha giurisdizione nelle materie della contabilità pubblica). Ricordo che la “legge 214/2011” è la cosiddetta “Legge Fornero”.
Secondo motivo. Lo dice il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: “Per quanto riguarda le Raccomandazioni 2019… si richiede di attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita” (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Testo aggiornato trasmesso al Senato lunedì 26 aprile 2021 alle ore 13.57 – pagg. 25,26). Il riferimento ad “attuare pienamente le passate riforme pensionistiche” (raccomandato dal Consiglio europeo nel 2019) è relativo alla Riforma Fornero, in toto, senza opzioni varie.
Senza più Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contribuzione, scaduta il 31/12/2021) e senza più Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contribuzione, che andrà in scadenza il 31/12/2022), la sola opzione che consentirebbe di introdurre un certo grado di flessibilità di uscita è, se sarà approvata entro quest’anno, la Proposta Tridico relativa ad ”anticipo della quota contributiva della pensione: si permette ai lavoratori del sistema misto l’anticipo pensionistico della sola quota di pensione contributiva al raggiungimento dei seguenti requisiti: almeno 63 anni di età, almeno 20 anni di contribuzione e un importo minimo di 1,2 volte l’assegno sociale. Al raggiungimento del requisito di vecchiaia al lavoratore viene riconosciuta anche la quota retributiva della pensione” (XX Rapporto Annuale di luglio 2021). La Proposta Tridico cerca di andare incontro ai lavoratori, mantenendo l’equilibrio nei conti pubblici senza turbare la Corte dei Conti e il Consiglio europeo. La Proposta Tridico viene accolta con favore anche da una larga parte dei lavoratori. Senza la Proposta Tridico si andrebbe in pensione a 67 anni nel 2023.
Ci sono anche altre Proposte che vengono avanzate da Sindacati e da Gruppi Facebook come UTP (Uniti per la Tutela del diritto alla Pensione) verso le quali si riversano ampi consensi da parte dei lavoratori.
Certamente, leggendo i vari articoli, le varie proposte che vengono presentate, i lettori potrebbero far crescere enormemente la speranza che si realizzi la Proposta in cui vedrebbero riflesse le proprie aspettative. Da qui potrebbe effettivamente nascere l’illusione.
Gli economisti consiglieri del Governo non hanno una mente illuminata. Pertanto, non possono a loro volta illuminarci. Anch’io, come lei, sig. Luigi, a volte fatico a capire.
La ringrazio per la risposta esaustiva e per la disponibilità ed educazione a cui risponde a tutti a noi generazione degli anni 60 penalizzati in maniera esponenziale dagli errori commessi in passato che tutti conosciamo bene. Grazie per le sue informazioni sempre precise e vicine a chi come me e tanti altri vorrebbe godere un pochino e vedere ripagati sacrifici dopo più di quarant’anni di vita lavorativa.
Ma solo per curiosità, perchè non si parla più della proposta Reitano?
Mi scusi sig.Prefetto ma com’è che la Corte dei Conti non si pronuncia mai su gli aumenti è le pensioni sei politici? Non dovrebbero vigilare anche su quelle?
Tanti o pochi che siano … che le pensioni siano per ognuno quello che hanno versato: il resto riguarda il paese dei balocchi… pura fantasia/follia di consenso Politico/Sindacale che deve finire. Contributivo (con corretta rivalutazione) subito per tutti. Dividere il sistema pensionistico dall’assistenza! Integrare come assistenza gli assegni pensionistici piu bassi (verificando ISEE/Patrimoni personali..) Rivedere il RDC! Per pensionati che vanno all’estero e’ corretto dare un pensione che non sia contributiva e che arricchisce gli altri Paesi? Nessun pretenda cio’ che non gli spetta! A 60 anni e’ giusto che una persona decida per quello che gli resta da vivere senza pretendere nulla dagli altri. Buona giornata
Il suo calcolo non mi convince. Penso invece che il vero calcolo è se una persona va in pensione ci deve essere chi lo sostituisce, questo è il sistema che deve partire già dalla formazione scolastica per entrare nel mondo del lavoro, ad oggi insufficiente. La legge fornero sarebbe da cancellare solo per il nome da incubo che porta. Faccio un piccolo esempio, il mio, senza la legge fornero al compimento dei 58 anni e 35 di contributi sarei andato in pensione, quota 100 non avevo l’età anagrafica ma i contributi. Questa problematica riguarda molti nati nati nel ’60, se lo stato vuol farci schiattare mentre loro dall’alto dei loro stipendi, non dovrebbero neanche decidere loro quanto guadagnare. Credo che guardando la vita di una persona che mette sul piatto una contribuzione di 40/41 anni di lavoro indipendentemente dall’età dovrebbe avere la possibilità di andare in pensione. Grazie
Diciamolo pure che si rimane al lavoro per pagare le penzioni ai politici che ogni 5 anni la maturano.
Ma sempre la stessa storia? Soltanto per noi lavoratori “normali” si trovano difficoltà a reperire i soldi per andare in pensione? E i sindacati si può sapere che cavolo stanno facendo? 62 anni o 41 di contributi per tutti e senza penalizzazioni, i privilegiati (politici) non devono aspettare tanto e lavorando (per così dire) soltanto per pochi anni usufruiscono di pensioni d’oro………E’ ORA DI FINIRLA, MI SONO PROPRIO ROTTO LE SCATOLE (per non dire altro…ma voglio ancora essere educato!). Saluti .
L’impressione è che si vada verso la progressiva abolizione della pensione; i contributi che continueremo a versare fino alla morte serviranno per mantenere le pensioni già erogate e assistenza varia. Ha ragione il dott. Perfetto: senza una svolta radicale e coraggiosa non ne veniamo più fuori!
Forse non si e’ capito… questi prendono i nostri soldi senza neanche sforzarsi a chiederceli, ma quando mai sarebbero tenuti poi a restituirceli ? Siamo proprio degli idealisti incalliti….
Quanto detto è (purtroppo) vero, nel nostro attuale sistema: per 1P , serve 1L Ma allora non capisco perchè non si possa fare una legge per le uscite anticipate, imponendo il rapporto 1Esce/1Entra
L’Azienda avrebbe comunque un vantaggio nel far uscire uno “anziano’, che percepisce tot.€, per far entrare un giorvane , che ne percepirà MOLTO meno (oltre al fatto che sarà anche più SMART sotto molti punti di vista)
Se poi lo STATO diminuisse qualche tassa per i neo assunti (come sembra già accada), non vedo perchè le Aziende non dovrebbero accettare questa opzione…
Faremo d’ora in poi dal posto di lavoro al camposanto? Ma che metodo retrogrado. Devono riformare questo sistema altrimenti é come un cane che si morde la coda. La pensione é un diritto universale in uno Stato democratico. Devono farci andare in pensione anche soprattutto per un ricambio generazionale. 41 anni di lavoro=un’eternità per qualunque lavoro! Sti c…. di sindacati ma da che parte stanno? Ma stanno col governo? Allora devono cambiare mestiere! I sindacati devono stare coi lavoratori e fare il possibile o l’impossibile se é necessario per strappare l’uscita dal lavoro da 41 anni 62 anni d’età!
Mi sconvolge la frase….se tutti vanno in pensione chi lavora? Tutte ste congetture sui soldi che non ci sono , lo spread e quant’altro sono ridicole- il problema è che noi lavoratori ultrasessantenni e gli altri che ci vengono dietro, secondo tutti questi ragionamenti, dovremmo tirare la carretta fino alla morte perchè bisogna lavorare per mantenere chi sta in pensione da 40 anni e poi i politici, i sindacalisti , i pensionati d’oro e tutti quelli che hanno avuto la fortuna di andarsene prima e che si godranno la pensione per 30- 40 anni alla faccia nostra, che dobbiamo sputare sangue fino alla morte- la realtà è che l’aspettativa di vita attuale è 82.5 anni e quindi uscendo a 67 anni dovremmo godere la pensione per 15 anni, se non si schiatta prima…. E VI SEMBRA GIUSTO ? VI SEMBRA LOGICO? mentre chi se la gode da 30 anni e più anni , continua a godersela alla faccia nostra? Draghi e company si dovrebbero vergognare e approvare entro l’estate almeno la possibilità di uscire con la doppia quota Tridico che costa solo 400 milioni all’anno, mentre assistiamo allo sperpero di armi per svariati miliardi da mandare in Ucraina e ai miliardi stanziati per altre riforme- se non stanno attenti partiti e sindacalisti, timorati di Draghi, la GUERRA SCOPPIERA’ QUI e le conseguenze saranno inimmaginabili , se non si risolve questo vergognoso andazzo DI DUE PESI E DUE MISURE nei confronti di noi attuali martiri della Fornero- chiedo all’Utc di fare qualcosa , richiamando l’attenzione di politici e sindacalisti a FARE RUMORE, altrimenti è la fine !!!!!!!!!NON SIAMO PIU’ DISPOSTI A TOLLERARE QUESTO STATO DI COSE CHE CI TIENE IMPRIGIONATI NELLE GABBIE IN CUI CI HANNO RINCHIUSI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cambiamo il metodo utilizzato per le pensioni perché ormai è vecchio e anche illogico. Sarà ben più giusto e di buon senso che io lavori e paghi i contributi per la mia pensione e non certo per quella magari, solo per fare un esempio, di un privilegiato o di un politico che ha lavorato magari solo 5 anni della sua vita mentre io ne devo fare 43 e più! Ma ci si rende conto dell’ assurditá mostruosa di quel sistema a ripartizione ?
La formula del dott. Perfetto mi lascia dei dubbi. 1 pensionato = 2 lavoratori 2pensionati = 4 lavoratori . In pratica non possiamo più andare in pensione.
Sig. Rino, le sciolgo subito il suo dubbio: 1 pensionato = 2 lavoratori 2 pensionati = 2 lavoratori + 2 robot (per un totale di 4 lavoratori). In pratica si può andare in pensione quando si vuole.
Egr. Dott. Perfetto, non mi permetto di di contestare il suo ragionamento che non fa una grinza ma; dalla c.d. riforma Fornero, il punto saliente sono i soldi. Bene, al di là dei tecnicismi e tutt’ora draghi compreso parlano di sostenibilità finanziaria, il problema non si pone o porrebbe, datosi che come anche da tabelle da voi pubblicate i soldi per finanziarle ci sono. Fermo restando che quello da lei ipotizzato rimane comunque interessante. Per concludere basta o basterebbe la volontà di politica. Buona serata
Sig. Elio, lei afferma: “dalla c.d. riforma Fornero, il punto saliente sono i soldi”. Verissimo!
Se la Riforma Fornero fosse un iceberg, lei, sig. Elio, mi mostrerebbe la parte emergente dell’iceberg, pari al 10% dell’intero iceberg. Il restante 90% dell’iceberg è invece sommerso, e quindi non si vede.
I soldi sono la parte emergente, visibile della Riforma Fornero. Ma la Riforma Fornero, la parte sommersa non visibile, è fatta dal calo delle nascite (che ha come conseguenza la progressiva riduzione dei lavoratori attivi che versano i contributi che producono i soldi per finanziare le pensioni). Se si vuole “sciogliere” la Riforma Fornero, occorre fondere il blocco delle nascite, ovvero aumentare le nascite, o sostituirle con qualcosa di artificiale (i robot, per esempio).
I soldi per finanziare le nuove pensioni ci sarebbero, è vero, tenendo conto di risparmi di Quota 100 e di pensioni non erogate per morti per Covid. Ma non è possibile fondare una Riforma sui risparmi (che sono uno stock che tende ad esaurirsi nel tempo). Una Riforma Pensioni strutturale deve fondarsi su un flusso continuo, e quindi sul flusso continuo dei contributi versati dai lavoratori. Ma se c’è un calo di nascite, ci sarà in futuro un calo di lavoratori, e quindi di contributi, e quindi di soldi per finanziare le pensioni.
Perché la Riforma Fornero non è nata negli Sessanta-Settanta? Ma perché in quegli anni c’era il boom delle nascite!
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