5G, ci sono rischi per la salute? Il dibattito scientifico al Parlamento europeo - Corriere.it

2022-08-12 18:57:31 By : Mr. Hui Jue

Promette un business di miliardi, un’efficienza produttiva mai vista, un risparmio energetico dieci volte superiore a quello di una rete standard. Il 5G è una scommessa cruciale per l’Europa ecologista e digitale di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, non meno che per l’Italia, a cui gli investimenti sulla rete di quinta generazione costerebbero oltre 30 miliardi di dollari . Per il 2020 si prevede che le vendite di smartphone dotati di connettività 5G copriranno il 10% del totale dei prodotti in commercio; nel 2025 potrebbero superare quota 1 miliardo . Samsung è finora l’azienda più attiva nella distribuzione di apparecchi con funzionalità 5G, ma non è l’unica. Anche i prodotti LG, Huawei, Oppo, Vivo e Xiaomi incontrano la domanda dei clienti e le aziende sono sempre più decise a guadagnare proprie quote di mercato significative. La tecnologia di quinta generazione farà impennare gli acquisti di smartphone in Cina, ma anche negli Stati Uniti e nei Paesi dell’Europa occidentale. Secondo gli analisti di EY, dal 2020 il 5G produrrà circa lo 0,3% del Pil italiano : una cifra oscillante tra i 5 e i 6 miliardi annui, per un totale di 80 miliardi da qui al 2035. Tra 10 anni, nel nostro Paese, i settori con maggiore potenziale di crescita dovuto alla rete superveloce saranno sanità (21%), settore manifatturiero (19%), energia e utilities (12%) e automotive (12%).

Il dibattito scientifico al Parlamento europeo

Ma tutto questo ha un costo che si stima in rischi, almeno per qualcuno. In questi mesi il dibattito sull’impatto sanitario e ambientale del 5G si è acceso al Parlamento europeo di Bruxelles, dove il gruppo dei Verdi ha avuto un ruolo attivo nell’indagare i pericoli legati alla tecnologia d’ultima generazione. Il partito ambientalista ha organizzato a ottobre 2019 un workshop dal titolo «5G, rischi per la salute e principi precauzionali: nuovi fondamenti logici», moderato dagli europarlamentari Michele Rivasi e Klaus Buchner. Al panel ha preso parte anche Martin Pall , Professore Emerito di Biochimica e di Scienza Medica alla Washington State University (Pullman, Stato di Washington), che ha illustrato i maggiori danni sanitari provocati dal 5G, basandosi su recenti studi scientifici. Il suo esordio è un pugno nello stomaco: «Gli effetti delle radiazioni 5G riguardano cuore, cervello e sistemi ormonali e possono degenerare in tumori».

L’effetto delle radiazioni sulle cellule

Questo perché le radiazioni pulsate emesse dal 5G sono molto più potenti di quelle standard e dieci volte più pervasive. La loro azione ricade anzitutto sulle cellule del nostro corpo, il cui equilibrio osmotico – quello che controlla la concentrazione di sali all’interno dei microorganismi – risulta gravemente compromesso. Per lo scienziato «le radiazioni prodotte dal 5G sono talmente forti da interferire sul funzionamento dei canali di calcio (“voltage-gated calcium channels”, VGCCs), localizzati all’interno della membrana cellulare, che regolano l’entrata e l’uscita dalla cellula degli ioni calcio». I canali di calcio si aprono per effetto dell’«interferenza elettrica» generata dalle radiazioni elettromagnetiche, facendo fluire nella cellula una quantità eccessiva di ioni di calcio. Questi svolgono un ruolo essenziale nella fisiologia dell’organismo, ma se presenti in dosi smisurate alterano l’attività cellulare e danneggiano l’organismo con conseguenze anche gravi. Già a settembre del 2018, una richiesta di moratoria dell’introduzione del 5G, presentata alla Commissione europea da oltre 180 medici e scienziati di 35 nazionalità diverse, faceva riferimento a un «accresciuto rischio di tumori, demenza di Alzheimer e riduzione della fertilità», generato dall’esposizione del corpo umano alle radiazioni elettromagnetiche.

L’allarme sulla fertilità

Ed è proprio la sterilità uno dei principali «incubi» di Pall. Basandosi su uno studio pubblicato a dicembre del 2018 sul sito del Centro nazionale per l’informazione biotecnologica negli Stati Uniti e citato nel “Primo report dalla Svizzera sui danni del 5G” a cura degli esperti di Physicians for Safe Technology, lo scienziato sostiene che una maggiore diffusione di campi elettromagnetici sul territorio abbia conseguenze nefaste sulla fecondità di donne e uomini . «Recentemente, in Svizzera, si è visto che il 62% di maschi che dovevano essere nel fiore della fertilità non lo erano», perché esposti alle pulsazioni emesse dalle antenne 5G: «l’origine del fenomeno non si può dimostrare al 100%, ma Pall non ha dubbi: «presto nuovi studi faranno chiarezza sulla questione». Il pericolo è già in atto per gli organismi dotati di un elevato rapporto tra superficie e volume : su insetti, uccelli, piccoli mammiferi e anfibi gli effetti della banda larga di quinta generazione sono devastanti, perché le radiazioni penetrano facilmente le superfici più sottili. È questo il motivo per cui le industrie telematiche tendono a escludere il rischio per la salute umana – spiega Pall – perché si tende a considerare che l’impatto delle emissioni è innocuo se non supera i primi due millimetri di una superficie corporea. Quindi, mentre l’uomo può considerarsi al sicuro, non vale altrettanto per la formica, che avendo un rapporto superficie/volume di molto maggiore deve stare alla larga dalle radiazioni.

Gli altri pericoli per la salute

Per Pall l’allarme è serio e non si esaurisce nell’infertilità. Le onde elettromagnetiche – spiega – hanno un’azione lesiva sul patrimonio genetico delle persone : i filamenti singoli e doppi del DNA possono rompersi e le sue basi ossidarsi; inoltre, a livello cellulare lo stress ossidativo fa aumentare il numero dei radicali liberi, che danneggiano tutte le componenti della cellula, favorendo l’insorgenza di malattie croniche . L’apoptosi (morte cellulare) è tra le estreme conseguenze del fenomeno. Non è tutto. Tra le patologie derivanti dal contatto con le radiazioni non ionizzanti, Pall annovera quelle di natura neurologica e neuropsichiatrica, già evidenziate dal “Primo report dalla Svizzera sui danni del 5G”. Dallo studio si apprende che «appena sono state installate le antenne 5G, molti residenti e intere famiglie nel cuore di Ginevra hanno riportato sintomi insoliti: mal di testa da intenso a insopportabile, insonnia, dolore toracico, affaticamento e malessere generale stando in casa». Un quadro in linea con le osservazioni dello scienziato americano, che a tali disturbi aggiunge ansia , depressione e disfunzione della memoria . «Sono stati già scritti 29 lavori sulle patologie psichiatriche derivate dal contatto con sorgenti 5G, spiega Pall: fenomeni riscontrati in Svizzera e in California del Sud, dove la rete è da tempo attiva». Segnalazioni che meritano ancor più attenzione, dal momento che in Svizzera la regolamentazione sull’esposizione della popolazione alle radiazioni elettromagnetiche è tra le più rigorose al mondo: secondo Pall, «100 volte più severa che in Europa, Stati Uniti e Canada». Ecco perché lo scienziato ritiene «necessario stabilire un rigoroso principio di precauzione sul 5G, per proteggere l’uomo da potenziali pericoli. Prima di qualsiasi valutazione, bisogna tutelare i cittadini e l’ambiente».

5G: cos’è e come cambierà le nostre vite Il 5G di Vodafone attivo a Milano: la nostra prova Anche Tim vara la sua rete 5G

5G: cos’è e come cambierà le nostre vite

Il 5G di Vodafone attivo a Milano: la nostra prova

Anche Tim vara la sua rete 5G

In Europa le migliori precauzioni: «Nessun rischio»

Non è di questo avviso chi analizza i benefici apportati a mobilità e processi produttivi dalla banda di quinta generazione. Fabrizio Cortesi, direttore di Strategia e Cooperazione di Huawei per l’Europa, non vede minacce nelle radiofrequenze emesse dalla tecnologia 5G. Tutt’altro: «L’Unione europea si attiene a soglie d’irraggiamento molto più basse di quelle stabilite dall’ICNIRP (Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti), perché è stato preso un margine precauzionale più alto». In particolare Italia, Polonia e Svizzera hanno limiti ancor più stringenti: il nostro Paese ha fissato soglie dell’ordine di 6 volt al metro – un decimo circa di quelle europee, che arrivano a 61 V/m – per l’intensità dei campi elettromagnetici. Cortesi assicura: «Non ci sono impatti sanitari rischiosi , almeno rispettando una corretta dosimetria». C’è di più: «Col 5G la stessa informazione viene trasmessa irraggiando meno potenza, dunque in modo più efficiente e riducendo l’impatto ambientale. Il traffico globale sta aumentando e utilizzando il 5G si riuscirà a mantenere costante l’assorbimento di potenza da parte della rete, perché quella di ultima generazione è un decimo più efficiente delle precedenti». Se poi consideriamo che le energie rinnovabili saranno sempre più utilizzate per l’alimentazione delle reti, il 5G potrebbe davvero «venire in aiuto del Green Deal» – osserva Cortesi – eliminando completamente le ricadute sull’ambiente. Una grande sfida che chiama in causa anche la politica, perché le scelte dei suoi rappresentanti incidono sul progresso della tecnologia. Anche quando questa ha a che fare con la salute.

Autorizzaci a leggere i tuoi dati di navigazione per attività di analisi e profilazione. Così la tua area personale sarà sempre più ricca di contenuti in linea con i tuoi interessi.